giovedì 31 dicembre 2009

Una delle cose che adoro fare è scrivere liste ed elenchi, quindi quale giornata migliore per enumerare tutti i buoni propositi per l'anno nuovo?

Molti sono gli stessi da almeno un lustro, ma tant'è. La determinazione non è esattamente una delle mie virtù!



Andare a New York, e in Portogallo, e in India. Tornare in Africa. Viaggiare moltissimo. Andare a vivere a Berlino e poi a Parigi. Finire tutti i libri che ho cominciato e poi abbandonato. Leggere di più. Leggere "Guerra e Pace". Andare a correre. Andare in piscina. Volermi bene. Imparare a vivere con più leggerezza. Essere meno testarda ma più determinata. Iscrivermi a un corso di danza afro. Meno viaggi mentali e più concretezza. Meno parole e più concretezza. Lasciarsi andare. Andare più spesso al cinema. Scoprire i vecchi film in bianco e nero. Credere in me stessa. Crederci e resistere. Aprire un chiosco sulla spiaggia a Formentera. Provarci sempre, arrendersi mai! Avere più pazienza. Coltivare i sogni. Avere una casa colorata e accogliente. Pedalare per il centro di Bologna con il sorriso sulle labbra, senza inveire contro i Suv e senza pensare allo smog. Smetterla di sognare di sgonfiare le gomme dei Suv, oppure farlo sul serio. Rileggere i romanzi di avventura che da bambina mi facevano sognare ad occhi aperti, perchè credo che ora avrebbero lo stesso effetto. 
Realizzare almeno qualcuno dei buoni propositi elencati sopra.



Buon anno ragazze e ragazzi, buon anno.

giovedì 24 dicembre 2009

Dal sito di Internazionale.

albero2

Le regole: feste di Natale


1. Se non ci sono almeno venti parenti, non è un cenone della vigilia. 2. Se dura meno di cinque ore, non può essere definito pranzo di Natale. 3. La messa di mezzanotte è una leggenda metropolitana: nessuno ci è mai stato davvero. 4. Quella renna in plexigrass ricevuta da tua zia è un regalo da riciclare: basta capire se devi buttarla nel vetro o nella plastica. 5. Solo chi è ingrassato cinque chili può essere certo di aver passato delle buone vacanze.

mercoledì 23 dicembre 2009

Natale e dintorni



Per me il Natale ha l’odore della colla Vinavil che usavo alle scuole elementari per creare i regali per i miei genitori, e il profumo dell’abete appena comprato ancora da addobbare.

Ha la magia del presepe animato della Chiesa di San Francesco che ogni anno, quando ero bambina, il nonno mi portava a vedere ed io rimanevo a osservare a lungo, finché nella rappresentazione la notte si trasformava in giorno e il giorno di nuovo in notte. Ha la dolcezza della mia mano stretta in quella del nonno mentre attraversavamo il centro di Bologna con l’autobus.

Il mio Natale è la tovaglia rossa con le coccinelle nere stesa dalla nonna per il pranzo del 25 dicembre, il sapore del suo mascarpone, la soddisfazione che provavo quando riuscivo a scovare un pezzo di cioccolata più grande degli altri.

E’ la felicità di trovare, ogni anno, il solito e tanto atteso pacchetto rettangolare che conteneva l’ultimo cartone animato da guardare tutti insieme il pomeriggio di Natale e la sorpresa di vederne tanti altri misteriosi.

Sono le prime luminarie per le strade, gli alberi con le lucine in piazza Aldrovandi, le palle di vetro comprate in Austria d’estate e regalate tutti gli anni alla nonna.

Sono i biscotti e il bicchierino di grappa che i miei genitori lasciavano sul tavolo del soggiorno per Babbo Natale e che al mattino erano scomparsi perchè, si sa, quando lui arriva insieme alle renne sono tutti infreddoliti e affamati.

E’ l’eccitazione della sveglia presto per scartare i regali e il rumore delle carte strappate, è la colorata confusione del nostro soggiorno e l’attesa della neve che potrebbe rendere tutto ancora più speciale.

Qualche giorno fa, mentre pedalavo in via Santo Stefano, mi sono improvvisamente resa conto di che cosa significhi per me il Natale. Quella festa che in questi ultimi anni ho detestato sempre di più per la confusione in centro, le file di macchine per strada, la corsa agli acquisti, lo sgomitare nei negozi, la gente nervosa e frenetica, le luci accese sempre prima.

Per me il Natale, quello che amo, è quello della mia infanzia. Il ricordo dei suoi profumi e le sue immagini mi riportano indietro nel tempo, sono scolpiti nella mia memoria, vividi come se appartenessero a ieri.

Spero che nessuna di queste sensazioni mi abbandoni mai, che possano rimanere così forti, che l’odore di un barattolo di Vinavil mi riporti immediatamente indietro negli anni.

lunedì 21 dicembre 2009

Anche senza dare credito alla "teoria del complotto", non sarebbe stata necessaria una particolare conoscenza della politica italiana per prevedere che l'aggressione a Silvio Berlusconi gli avrebbe effettivamente procurato maggiori consensi.

Un articolo dal sito di Internazionale.

Mentre la maggior parte della stampa italiana continua a fingere di non accorgersene.


Dopo l’attentato la popolarità di Berlusconi cresce di sette punti

Il quotidiano spagnolo El País racconta come l’attentato subìto stia facendo conquistare consensesi a Silvio Berlusconi, che negli ultimi tempi aveva perso popolarità a causa degli scandali sessuali e delle rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza.

“‘Andrò avanti per il bene del paese’, ha detto Silvio Berlusconi in un messaggio ai sostenitori del suo partito, riuniti a Verona in una manifestazione di solidarietà verso il presidente del consiglio. L’attacco selvaggio di Massimo Tartaglia, che una settimana fa ha lanciato un souvenir di alabastro contro il premier, ha prodotto un vantaggio politico per Berlusconi. Un recente sondaggio del Corriere della Sera ha mostrato che la sua popolarità è cresciuta di sette punti in pochi giorni”.

Il Guardian denuncia, invece, l’operazione White Christmas contro gli immigrati irregolari, lanciata dall’amministrazione comunale di un paese del nord Italia. “Mentre ai piedi delle Alpi cadeva la prima neve, il centro di Coccaglio presentava una scena idilliaca. Di fronte alla basilica del settecento si staglia un magnifico albero di Natale, alto quasi quanto la torre romanica che svetta dalla parte opposta. Ma gli ottomila abitanti di Coccaglio, che si trova a metà strada tra Milano e Venezia, vivranno in modo speciale l’attesa per la più sacra delle feste della cristianità. La giunta comunale, guidata dalla Lega Nord, ha ordinato ai vigili urbani di andare casa per casa in cerca di immigrati illegali. L’operazione White Christmas dovrebbe concludersi il 25 dicembre. La campagna ha suscitato le proteste del Vaticano che l’ha definita ‘triste e angosciante’, ma d’altra parte ha ricevuto il pieno sostegno del governo Berlusconi”.

martedì 15 dicembre 2009

Ah, le Monde!

In merito all'aggressione di Silvio Berlusconi, Philippe Ridet, corrispondente di "Le Monde" da Roma, già ieri sera ha dichiarato quello che nessun giornale italiano ha ancora neppure accennato.
Cioè che l'aggressione stessa rinforzerà ancora di più la popolarità del premier.

E non credo sia sintomo di mancanza di sensibilità o di buon gusto affermarlo.

lunedì 14 dicembre 2009

Sono tornata da Lione da qualche giorno, mi sono lasciata travolgere dalla città e la Fête des Lumières è stata meravigliosa, non faceva neppure freddo.
Avevo pensato di scrivere di questo, ma...

Credo che non ci sia nessuno in Italia e oltre che non sappia quello che è successo ieri sera a Milano. Silvio Berlusconi, mentre saluta la folla e firma autografi dopo il suo discorso in piazza Duomo, viene colpito al volto con una statuetta-souvenir del Duomo medesimo. Il viso sanguinante è immortalato da decine di macchine fotografiche e telecamere, poi il presidente del Consiglio viene trasportato all'ospedale.
Dopo poche ore i siti internet dei principali quotidiani riportano la notizia che a colpirlo è stato un uomo di 42 anni con problemi psichici, in cura da 10 anni.
Questa mattina leggo che il gesto ha provocato al premier la frattura del setto nasale e di due denti.

Bene. Cioè, non troppo, ma proseguiamo.

Colpire il presidente del Consiglio, ma così come qualsiasi politico, qualsiasi persona, con l'intenzione e la consapevolezza di ferirla è sbagliato.
In una democrazia degna di tale nome, tutti dovrebbero avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni senza temere per la propria incolumità.
Allo stesso modo, tutti dovrebbero essere liberi di dissentire, di manifestare il proprio disaccordo, la propria delusione e indignazione.
Certo, non lanciando monumenti in versione mignon, o scarpe, o treppiedi, o uova. Ma la libertà di dissenso in una democrazia è fondamentale. Perchè, teoricamente, è ciò che la fa crescere, progredire, avanzare. Se questa libertà manca, si parla di dittatura.

Bene.

Quello che mi ha irritato è stato leggere sui giornali articoli che avvicinano il "gesto della statuetta" alla contestazione che ha avuto luogo durante il comizio di Berlusconi, quando alcune persone presenti in piazza hanno interrotto il suo discorso.
Sono, queste, due prese di posizione così distanti da non poter essere neanche paragonate.
Le persone che erano in piazza hanno sì disturbato il premier, ma in modo pacifico, semplicemente gridando che non la pensano come lui, come il resto del pubblico della piazza. Hanno contestato in modo pacifico una strada politica che non condividono, hanno accusato il premier di scelte economiche che non ritengono vantaggiose e utili al nostro paese.
E basta. Sono state fatte allontanare dalla polizia, in modo che Berlusconi potesse concludere il suo discorso senza problemi.
Quello che è successo dopo è stata tutta un'altra cosa. E' stato un atto violento, che non va giustificato.
Ma, a mio parere, quello che Antonio Di Pietro e Rosy Bindi hanno affermato oggi è vero: il premier non è una vittima, è un provocatore e non è certo lui che mantiene il dialogo politico sereno, non è lui che abbassa i toni. Anzi.
Ogni suo discorso è un attacco verbalmente violento a giudici, giornalisti, politici, istituzioni, televisione, elettori "coglioni" del centro-sinistra...
Mi ricordo a fatica di altri politici che usino lo stesso numero di parole volgari di cui si serve lui durante la maggior parte degli interventi.
Perchè è lui quello con le palle, e dove lo trovano gli italiano un altro forte come il signor Silvio Berlusconi? Storia recentissima, mica illazioni di chi non lo appoggia.

Non dico che tutto questo giustifichi quello che è accaduto a Milano, ma dico che non si può associare il dissenso di molti italiani ad un atto violento e non si può, inoltre, usare quest'ultimo come pretesto per oscurare siti internet, controllare i social network. In una parola, per censurare.

Che Berlusconi sia stato vittima di un gesto da condannare è un dato di fatto.
Che ora però ci venga presentato come un martire in odore di santità è tutta un'altra cosa.

giovedì 3 dicembre 2009

Cose che mi mancano della Francia a 6 mesi dal ritorno


- Affacciarmi alla finestra della mia stanza e vedere il fiume,
- svegliarmi con il disco Jacques Brel nella stanza accanto,
- il mercato della frutta e della verdura sul lungofiume,
- il caffé take away (anzi, à emporter) della cafetteria dell'Università. Il caffè era orribile, ma finalmente potevo berlo dentro a quei bicchieri che fanno tanto film!
- il vento di Lione e il tempo che cambia ogni mezz'ora,
- il mercato degli artisti sotto casa. Se ogni tanto avrei potuto dimenticarmi di vivere in Francia, quello era la cosa che meglio riusciva a ricordarmelo!
- le stradine medievali della Vieux Lyon.

Tra qualche ora prendo un treno e torno a Lione per una settimana.
Torno a respirare un pò di aria francese e, sicuramente, a prendere un sacco di freddo!
Approfitto del fatto che in questi giorni, in quella che è stata la mia città per sei mesi, c'è la Fête des Lumières.
Sarò di ritorno mercoledì prossimo e vi racconterò come è stata la Festa!
Buona settimana a tutti!

lunedì 30 novembre 2009

No comment

Dal sito di Repubblica. Senza aggiungere nessun commento.

LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss: avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito.

"Figlio mio, lascia questo Paese"


Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.

Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre

L'autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.

Pier Luigi Celli
(30 novembre 2009)

venerdì 27 novembre 2009

Appello

Se esistesse realmente un video di Alessandra Mussolini e Roberto Fiore che hanno fanno sesso all'interno della sede di Forza Nuova, per cortesia, non diffondetelo.

La visione di un video del genere oltrepasserebbe di gran lunga il limite della mia sopportazione, rappresenterebbe un affronto al mio senso morale e all'umana decenza.
E costituirebbe per me la spinta definitiva ad abbandonare il Belpaese.

Grazie.

mercoledì 25 novembre 2009

L'unico motivo per il quale non ho eliminato completamente la televisione dalla mia vita è perchè esiste ancora, anche se sempre più faticosamente, Report.

Fino a qualche tempo fa non me ne perdevo una puntata, se non potevo guardarlo in diretta lo registravo o lo cercavo in seguito su internet e, vedendolo, cercavo di assorbire ogni informazione, ogni nome, ogni dato.
Le inchieste "alla Report" mi hanno sempre affascinato, forse sono state quelle inchieste che mi hanno portato a iscrivermi a un corso di studi in giornalismo.

Da un pò di mesi a questa parte non riuscivo più a guardarlo; mi veniva il nervoso già dal primo minuto e alla fine della trasmissione provavo l'istinto irrefrenabile di scaraventare la televisione giù dalla finestra, di preparare le valigie e abbandonare l'Italia.

Domenica scorsa ho deciso di ricominciare a guardarlo. 

Bene, non so se ne abbiate avuto l'occasione anche voi.

Se ve lo siete perso, qui potete recuperare.

Se invece l'avete visto, credo che sarete indignati almeno quanto me dai personaggi politici che compaiono e dalle loro dichiarazioni.

Penso che in ogni altro paese d'Europa ogni singola puntata di Report provocherebbe indagini approfondite, crisi politiche e dimissioni. In Italia, no.

Prendo sempre più seriamente in considerazione l'idea di espatriare a Tenerife.
   

lunedì 16 novembre 2009

Thinking about Biennale

Dopo una notte e una giorno di meditazione ho capito: l'arte contemporanea mette seriamente in discussione la mia capacità di discernimento.




Non è che non mi piaccia, al contrario, ma credo che dovrebbe spiegarsi un pò meglio.

domenica 15 novembre 2009

Going to Biennale

Domenica, oggi, alle 8 del mattino sono in treno per andare alla Biennale di Venezia.
Fuori dal finestrino scorre il paesaggio della bassa padana, io comincio a sfogliare la Repubblica.

Immersa nelle pagine del giornale, non mi accorgo dei due ragazzi (Lei e Lui) che salgono sul treno più o meno all'altezza di Padova e si siedono di fronte a me.
Quando iniziano a chiacchierare mi rendo conto della loro presenza e, fingendo di continuare a leggere, incomincio ad osservarli e ad origliare i loro discorsi.

Lei un look tendente al dark, tono sostenuto e sguardo di chi la sa lunga su molte cose.

Lui, palesemente stracotto di Lei, pende dalle sue labbra.
Entrambi sui 17 anni.
Chiacchiere sul sabato sera, sugli amici, sulla scuola, poi...

Lei: "L'estate prossima vorrei andare ad Amsterdam!"

Lui: "Amsterdam...mm...Amsterdam...dov'è?"

Lei: "Dove la droga è legale!"

Ho strabuzzato gli occhi come davanti alle trovate di Paris Hilton.

Ora, il punto non è solo che a 17 anni si è già abbastanza grandini per conoscere almeno le capitali degli stati europei, nè tantomeno che stiamo parlando dei Paesi Bassi e non di uno staterello situato dall'altra parte del globo...

Il punto è anche che, delle tante risposte che Lei avrebbe potuto fornire, ha scelto QUELLA.

Mi permetto di suggerire qualche alternativa:

1. "Amsterdam è nei Paesi Bassi!"

2. "Non lo sai?? Amsterdam è in Olanda!"
3. "Lo sanno tutti che è la capitale dell'Olanda!"
4. "Dai, è la città dei canali, dei tulipani e degli zoccoli di legno.."

Lungi da me la minima sfumatura di buonismo o riprovazione, anch'io, diciottenne, sono stata ad Amsterdam durante l'inter-rail e, come ogni diciottenne, sapevo benissimo che ad Amsterdam la droga è legale e questa è di sicuro la sua prima attrazione.

Ma almeno sapevo anche che è la capitale dei Paesi Bassi, e che diamine!

lunedì 9 novembre 2009

Odi et amo

Io con Bologna ho sempre avuto il più esemplare rapporto di odi et amo dai tempi di Saffo.

Ci sono giorni in cui me ne innamoro gironzolando a naso all'insù per le strade del centro, o quando arrivo in piazza Maggiore e la vedo con gli occhi di chi ci si trovasse al centro per la prima volta e la guardo come se non l'avessi mai vista, incredibilmente e insindacabilmente meravigliosa.
Io e Bologna andiamo d'accordo in primavera, con le gite sui colli e le serate all'aperto, cado letteralmente ai suoi piedi quando mi ritrovo a mangiare i tortelloni con la ricotta e le crescentine oppure, d'estate, quando sto seduta in piazza Maggiore a guardare i film sotto alle stelle, i sanpietrini ancora caldi per la giornata torrida.
In piazza Maggiore mi sono innamorata di Kusturica, di Nanni Moretti, di Sergio Leone e, quando ero adolescente, anche di un ragazzetto. Ma questa è un'altra storia....

La mia avversione per Bologna è dovuta principalmente ai suoi inverni (oltre che alle persone che fanno le vasche con i suv in centro il sabato pomeriggio e a quelle che ti urlano dietro se vai in bicicletta sotto ai portici mentre piove a dirotto), quando il cielo è così bianco...
E poi piove, piove e fa freddo.
Ed ecco allora, quando questi tre fenomeni atmosferici si coalizzano, che vedo contro di me una congiura di dimensioni stratosferiche e in segno di ribellione resterei tutto il giorno sotto alle coperte, con un tazza di té fumante in mano e Antony and the Johnsons in sottofondo.

Poi, benchè il desiderio del calduccio e della musica di Antony permangano, mi dico che sono un tantino esagerata a leggere le semplici conseguenze metereologiche dell'arrivo dell'inverno come una congiura ordita ai miei danni.
Mi dico che invecchiando sto diventando più catastrofica di George W. Bush. Mi dico.

venerdì 30 ottobre 2009

Deliri notturni

Tornata a casa a l'una passata dopo una giornata piuttosto intensa e in previsione di un'altra altrettanto impegnativa, la cosa più sensata e ragionevole sarebbe stata quella di tuffarsi immediatamente sotto alle coperte.
E invece, vuoi perchè di buon senso la sottoscritta non ne possiede proprio "da vendere", vuoi per l'influenza esercitata dal film appena visto in cui una delle protagoniste tiene un blog o per la curiosità di sbirciare quello di un'amica, vuoi per l'attrazione irresistibile del mio nuovo Mac, fatto sta che sono ancora qui a ciappinare (termine strettamente bolognese traducibile con un più generico "trafficare").

Domattina la pagherò cara e so che, quando la sveglia suonerà, mi maledirò in ogni idioma, ma intanto ne ho approfittato per cambiare il layout del blog.
Che ne pensate?
Suggerimenti, critiche e consigli sono caldamente incoraggiati.

E ora, per davvero, buonanotte.

giovedì 29 ottobre 2009

Ringraziamenti

Se qualcuno potesse gentilmente spiegarmi per quale motivo Piero Marrazzo si è dimesso, mentre a Mister B. questa idea non ha mai attraversato nemmeno l'anticamera della zucca, gli sarò riconoscente a vita.

domenica 25 ottobre 2009

Parlando di blog...

Vi segnalo questo articolo sul mondo dei blog che ho trovato sul sito del Corsera.

In aumento i blogger professionisti

Cresce il numero di utenti che lavora con il proprio blog. C'è chi guadagna oltre 120 mila dollari all'anno

MILANO - Sono per lo più maschi, sotto i 40 anni, hanno una buona istruzione e quasi uno su due proviene dal settore dei media. Spesso gestiscono più siti, riuscendo addirittura a trasformare la propria attività in una professione redditizia. È il ritratto del blogger che emerge dall'ultimo rapporto di Technorati «State of the Blogosphere», studio che ogni anno monitora l'evoluzione della blogosfera. Nell'edizione 2009 è stato intervistato un campione di circa 3 mila blogger.

TRA HOBBY E LAVORO - Se per la maggior parte degli utenti (72%) il blog resta ancora un semplice hobby da coltivare nel tempo libero, cresce il numero di blogger che ha trasformato il proprio «diario di bordo» in un'attività professionale (28%), in grado di garantire guadagni considerevoli. Per i più si tratta di un impiego part-time, che permette comunque di arrotondare lo stipendio (il salario medio annuale è di 15mila dollari). Più interessante, invece, il dato su chi riesce a svolgere a tempo pieno l'attività di blogger: è il 13% del campione, che spesso scrive per condividere le proprie competenze ma anche per promuovere le attività dell'azienda in cui lavora. In questa categoria il salario medio raggiunge cifre importanti (122 mila dollari l'anno). Tra part-time e full-time, il 17% afferma che il blog sta diventando la principale fonte di introito. Il tutto grazie alla pubblicità, ma anche per la reputazione che il blog è in grado di garantire. Il che significa inviti a convegni e conferenze, ma soprattutto il sempre maggiore coinvolgimento nel settore dei media.

I PROSSIMI GIORNALISTI - Quattro blogger su dieci provengono dal mondo dell'informazione (riviste, quotidiani, radio, spesso come collaboratori esterni). Di questi, il 27% continua a svolgere un'attività nel campo dei media. Messo da parte l'antagonismo dei primi tempi, i blogger stanno quindi diventando parte attiva del sistema dell'informazione mainstream. Ormai, spiega la rivista Fast Company, gestire pagine competenti su temi specifici rappresenta la migliore palestra per i reporter in erba. Ma anche il naturale approdo per i tanti giornalisti che devono reinventarsi una nuova vita dopo esser stati licenziati.

MORTE DEI BLOG? - Competenza, passione e, perché no, possibilità di guadagnare sono quindi le chiavi per portare avanti l'attività di blogger, spiega a Technorati Arianna Huffington, ex blogger che è riuscita a trasformare il proprio sito in una delle fonti online più lette. La crescita dei blog professionali va di pari passo, infatti, con la morte di quelli amatoriali, che sono sempre più inattivi e sulla via della chiusura.

Nicola Bruno
23 ottobre 2009

mercoledì 21 ottobre 2009

A volte ritornano

Gli Yes Men sono tornati, e questa volta hanno ingannato i grandi media internazionali con una finta conferenza stampa in cui si annunciava la svolta ecologica dell'industria Usa.
Troppo bello per essere vero?
Se volete conoscere i dettagli dell'ultima bufala degli Yes Men, leggete questo articolo apparso ieri sul sito di Repubblica.


'Svolta verde dell'industria Usa'
ma è una beffa degli Yes men
Con una finta conferenza stampa il gruppo celebre per le sue bufale ha ingannato tutti i grande media internazionali

di VALERIO GUALERZI

Gli "Yes men" sono tornati a colpire. Il gruppo di attivisti statunitense celebre per aver organizzato delle spettacolari truffe mediatiche a sfondo anticapitalista e ambientalista ha messo a segno un altro colpo dei suoi. Spacciandosi per rappresentanti della US Chamber of Commerce, una delle più importanti organizzazioni imprenditoriali americane, simile alla nostra Confindustria, due "yes men" hanno organizzato una finta conferenza stampa per annunciare al mondo che la lobby industriale metteva finalmente da parte la sua avversione per il "climate bill", la legge che fissa tetti alle emissioni di CO2 per contrastare i cambiamenti climatici.

Notizia davvero ghiotta, visto che il provvedimento, fortemente voluto da Obama, dopo essere passato alla Camera è ora bloccato al Senato anche grazie alle pressioni esercitate dalla Chamber. Un cambio di rotta talmente importante che la Reuters, la più importante agenzia di stampa al mondo, si è affrettata a trasmettere in rete. E lo stesso hanno fatto le tv presenti alla farsa ordita dagli "Yes men" e i tanti blogger e "twitters" che curano l'informazione ambientale su internet. Quando circa venti minuti più tardi il vero portavoce della Chamber si è catapultato nella sala dell'associazione nazionale della stampa urlando che era tutta una bufala, era ormai troppo tardi, la beffa era riuscita alla perfezione.

Gli "Yes men", ai quali è stato anche dedicato un docu-film presentato al festival di Berlino e in uscita la prossima settimana nelle sale Usa, ci hanno abituato in passato ad azioni clamorose. L'ultima risale ad appena qualche giorno fa, quando hanno distribuito nelle edicole una falsa versione del New York Post interamente dedicata alla minaccia rappresentata per la Grande Mela dai cambiamenti climatici. Questa volta però a dargli una mano nella riuscita della provocazione è stata la assoluta verosimiglianza del finto annuncio. "C'è solo un modo per fare affari e quel modo è approvare il prima possibile il climate bill così che a dicembre il presidente Obama si può presentare a Copenaghen e negoziare partendo da una posizione forte", ha esordito il falso portavoce della Chamber in conferenza.

Affermazione inventata, ma di buon senso, e destinata forse a diventare presto realtà. Non più tardi di un paio di settimane fa influenti aziende associate all'organizzazione hanno infatti abbandonato la lobby proprio per smarcarsi dal suo atteggiamento sulla questione climatica e dentro la Chamber serpeggia un forte malumore. Tra le prese di distanza più clamorose, quelle di Nike, PG&E, PNM Resources e Exelon.

lunedì 12 ottobre 2009

The Yes Men

Ho saputo dell'esistenza gli Yes Men leggendo un articolo su Internazionale e, avendoli ritenuti geniali e folli allo stesso tempo, quando ho scoperto che il loro film sarebbe stato proiettato al Festival a Ferrara, non ho proprio potuto fare a meno di andare a vederlo.

Gli Yes Men sono Andy Bichlbaum e Mike Bonanno, due attivisti statunitensi nemici giurati delle multinazionali che si sono fatti conoscere per alcune azioni ispirate alla "identity correction".
Il loro obiettivo è dimostrare che i governi e le multinazionali agiscono sempre e soltanto per il proprio interesse, smascherarli rendendoli ridicoli nel modo più plateale possibile.
Per farlo si fingono portavoce di un'organizzazione, una corporation o di un governo e rilasciano dichiarazioni scandalose e compromettenti partecipando a programmi televisivi, radiofonici, a conferenze e convegni importanti.

Secondo gli Yes Men "sometimes it takes a lie to tell the truth".
Seguendo questa filosofia il 3 dicembre 2003, giorno del ventesimo anniversario del disastro di Bhopal, Andy Bichlbaum partecipò a un programma di Bbc World fingendosi Jude Finisterra, un portavoce della Dow Chemical, la società proprietaria della Union Carbide, responsabile del disastro. Nel corso della sua dichiarazione riferì che l'azienda aveva finalmente deciso di decontaminare il sito della fabbrica e di risarcire tutte le persone coinvolte.
Dopo due ora la Dow negò tutto dichiarando che si trattava di un impostore, ma nel frattempo il suo valore azionario era sceso di due milioni di dollari.

Nel 2007 gli Yes Men diffusero una
finta copia del New York Times, identica nella grafica al vero giornale, ma contenente tutte le notizie che molti americani vorrebbero realmente leggere una mattina: la fine della guerra in Iraq e il rientro immediato delle truppe, l'approvazione della riforma sanitaria, l'abolizione del Patriot Act, la gratuità delle università pubbliche.

Le loro imprese più memorabili sono state racchiuse nel film "The Yes Men fix the world", che è stato proiettato a Ferrara in anteprima italiana.

Intelligenti, astute, irriverenti, provocanti, le trovate degli Yes Men hanno conquistato oltre a me una sala cinematografica al completo, provocando risate e applausi, suscitando ammirazione e invidia per avere messo in pratica quello che molti di noi vorrebbero vedere realizzato: lo smascheramento dei potenti.

giovedì 8 ottobre 2009

Meno male che Silvio c'è!

La giornata che ha visto assolvere De Gennaro e Mortola dall'accusa di "aver indotto al falso" l'ex questore di Genova Colucci sull'irruzione nella scuola Diaz durante il G8 del 2001 e che ha quindi lasciato impuniti i mandanti per l'ennesima volta, ha segnato però una vittoria per la giustizia in Italia.
Ieri sera, mentre stavo tornando a casa in macchina, la radio ha dato la notizia della bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale, in quanto viola il principio di uguaglianza dei cittadini.
Credo di avere iniziato ad esultare e a saltellare sul sedile, attirandomi sguardi stupiti e increduli da parte degli altri automobilisti.

Questa mattina ho letto diversi articoli sui giornali stranieri visto che, si sa, in Italia la stampa è tutta in mano alla sinistra comunista (e rido perchè credo che Mr. B. sia l'unico a continuare a credere nell'esistenza diffusa dei comunisti).
Ogni articolo riportava la stessa notizia e cioè, semplicemente, che per una volta il premier non l'ha avuta vinta.
Ovviamente Lui ha dichiarato subito che la Corte è di sinistra perchè al suo interno ci sono 11 giudici di sinistra, che il capo dello Stato è ancora più di sinistra, che ora sì che gli italiani vedranno di che pasta è fatto...
Per fortuna che a compensare tutto questo estremismo comunista dello stato italiano c'è "Porta a Porta", che ha accolto ben 15 minuti di sfogo in diretta di Mr.B.
Palesemente irritato, il premier ha accusato l'intera magistratura di comunismo, ha insultato Rosy Bindi ("Lei è sempre più bella che intelligente"), ha dichiarato che la Corte è un organo di sinistra...

E in questa congiuntura astrale di sfrenato comunismo, meno male che Silvio c'è insomma.

Attendo con timore le conseguenze di questa bocciatura, che credo si esprimeranno in una riforma della giustizia a dir poco in suo favore, ma intanto non posso fare a meno di dire che, se la bocciatura del Lodo gli ha provocato anche solo un minuscolo fastidio, io sono proprio felice.




domenica 4 ottobre 2009

Cambia todo cambia

Un pensiero all'immensa Mercedes Sosa.

martedì 29 settembre 2009

Ferrara città aperta


Per il terzo anno consecutivo Ferrara ospita il Festival di Internazionale, una tre giorni di incontri, conferenze, proiezioni e interviste con i giornalisti e i collaboratori di Internazionale.

Il programma, quest'anno come gli anni scorsi, è ricchissimo e potete trovarlo qui.
Numerosi sono gli ospiti stranieri e italiani, non soltanto giornalisti ma anche scrittori, fotografi e bloggers, per offrire al pubblico una tipologia di eventi diversificata e trasversale.
Venerdì e sabato sera, concerti e reading concludono le giornate.

Personalmente, sono stata al Festival sia l'anno scorso che quello prima e ho sempre assistito ad eventi di altissimo livello, conferenze interessanti con relatori estremamente preparati e tematiche coinvolgenti, per approfondire argomenti dibattuti largamente o affrontarne altri quasi sconosciuti.

Una delle novità dell'edizione del 2009 è che anche i bloggers potranno accreditarsi e saranno trattati proprio come i giornalisti di carta stampata, radio e tv.

Il 3 ottobre, in contemporanea a "Internazionale a Ferrara", si svolgerà a Roma la manifestazione per la libertà di stampa.
Roma o Ferrara dunque?
Di sicuro bisognerebbe essere in entrambe le città, ma poichè questo non è possibile io ho scelto di essere a Ferrara.
Perchè anche da questo evento sono certa che emergerà una forte critica agli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto l'informazione di "opposizione" e una ferma condanna per l'operato del governo.
Si discuterà e si criticherà, ci si metterà in discussione e si cercheranno nuovi punti di vista, per non restare in disparte.

giovedì 24 settembre 2009

Clandestino Day, venerdì 25 settembre


All'inizio di settembre il settimanale Carta ha lanciato una proposta importante: fare del 25 settembre il Clandestino Day.
Una giornata in cui, in tutta Italia, chiunque voglia opporsi al razzismo in nome di un modo di vivere più rispettoso e di una società realmente civile, organizzi qualcosa, qualunque cosa, per far sentire la propria voce e quella di chi, nel nostro paese, ne ha ogni giorno di meno.

Comitati per la difesa dei migranti, ONG, gruppi politici, centri sociali, collettivi universitari, ospedali, scuole, comunità cristiane, ma anche singoli cittadini, hanno così organizzato una lunga lista di eventi di ogni genere e in ogni luogo.
Dai sit-in nelle piazze per informare la gente su quello che sta succedendo in Italia alle proiezioni di filmati, dagli spettacoli teatrali per strada alle cene multietniche, dai concerti alle presentazioni di libri, da una lezione di italiano e arabo all'aperto a un'azione dimostrativa davanti alla questura o in un porto....

L'elenco è davvero lungo, ogni regione si è mobilitata e moltissime città sono state coinvolte.
Qui trovate la lista in continuo aggiornamento.

A Bologna, a partire dalle ore 18, ci sarà un banchetto informativo in Piazza San Francesco e dalle 19.30 all'enoteca Altotasso è in programma la visione del film "Come un uomo sulla terra", cui seguirà un dibattito con alcuni rappresentanti del mondo associativo bolognese impegnato sul tema dei migranti.
L'evento è organizzato da CESTAS, COSPE, Amani, Amici dei Popoli e numerose altre realtà che si confrontano quotidianamente con i problemi dei migranti.

Partecipare e diffondere questa iniziativa è importante per far sentire la nostra totale disapprovazione per la deriva razzista della politica e di parte della società italiana, per preparare al meglio il corteo del 17 ottobre a Roma contro i recenti provvedimenti governativi nei confronti dei migranti (Legge n. 94 del 15 luglio 2009, "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica").

Una giornata antirazzista, contro il pacchetto sicurezza e il reato di clandestinità, per domandarsi che cosa non lo Stato, ma ognuno di noi, può fare per rendere questa società sempre un più simile a quella che vorremmo.
Per non limitarsi alle chiacchiere da bar, ma uscire nelle piazze e mostrare la nostra indignazione, per dimostrare molti italiani non la pensano come questo governo, per non arrendersi allo sconforto.

Per non restare a guardare.

martedì 15 settembre 2009

Spegniamo RaiUno e accendiamo il cervello


La strategia del ragno
di CURZIO MALTESE

C'è qualcosa che gli italiani non sanno, ma soprattutto non debbono sapere, dietro la violenza dell'assalto finale di Silvio Berlusconi al valore di cui s'è sempre orwellianamente riempito la bocca, la libertà.

La libertà d'informazione e di critica del giornalismo, perfino la semplice libertà di scelta degli spettatori televisivi. C'è, deve esserci una disperata ragione se il premier, già osservato speciale delle opinioni pubbliche di mezzo mondo, invece di rientrare (lui sì) nei ranghi del gioco democratico, continua a sparare bordate contro le riserve indiane che ancora sfuggono al suo controllo.

L'ultimo episodio, l'oscuramento di Ballarò su Raitre, e ora anche di Matrix su Canale 5, per concentrare tutta l'audience di oggi sulla puntata celebrativa di Porta a Porta per la consegna alle vittime del terremoto abruzzese delle prime case, aggiunge un ulteriore tocco "coreano" al disegno dell'egemone. Volenti o nolenti, milioni di spettatori sono chiamati stasera all'appello, da bravi soldatini, per plaudire al "miglior presidente del Consiglio in 150 anni", che si esibisce nell'ennesimo spettacolare sfruttamento del dolore, fra le lodi dei ciambellani. Si ha un bel dire che ci vuole prudenza nell'adoperare certe parole, ma queste cose si vedono soltanto nei regimi. Più spesso, alla fine dei regimi, quando l'egemone è parecchio in là con gli anni e con l'incontinenza egolatrica.

La vicenda è grave in sé, come ha subito commentato Sergio Zavoli, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza e memoria storica della Rai. E lascia perplessi che invece il presidente di garanzia della Rai la riduca a scompenso organizzativo. Si tratta quantomeno di un eufemismo. Ma l'affare Ballarò diventa ancora più inquietante perché s'inserisce in una strategia del ragno governativa per intimidire o tappare direttamente la bocca all'informazione critica.

Le denunce e le minacce contro Repubblica e Unità e perfino la stampa estera, il pestaggio mediatico di questo o quel giornalista, gli avvertimenti mafiosi a questo o quel conduttore perché si pieghino alle censure o dicano addio ai loro programmi, questi sono i metodi. Non si può neppure dire che si tratti di una trama occulta. Gli obiettivi sono palesi, dichiarati, in qualche caso rivendicati. Berlusconi sta usando tutto il suo potere di premier, primo editore e uomo più ricco d'Italia, per strangolare economicamente la stampa d'opposizione, epurare i pochi programmi d'informazione degna di un servizio pubblico, a cominciare da Annozero di Santoro, Report di Gabanelli e Che tempo che fa di Fazio, infine destituire l'unico direttore di rete televisiva, Paolo Ruffini di RaiTre, che non obbedisce agli ordini.

Non sappiamo se tutto questo si possa definire "l'agonia di una democrazia", come ha scritto Le Monde. Ma certo gli assomiglia moltissimo. Del quotidiano francese si può condividere anche il conciso titolo del commento: "Basta!". Nella speranza che siano in molti ormai in Italia a voler dire "basta!", non tanto, non più per convinzione politica, ma per buon senso, decenza e amor di patria. Lo si vedrà anche alla manifestazione di piazza del Popolo il prossimo sabato.

Al giornalismo libero rimane il compito di chiarire il mistero dietro l'offensiva finale di Berlusconi contro la libertà d'informazione. Oltre a quanto già gli italiani sanno, o almeno la minoranza che non si limita a bersi i telegiornali. E cioè il terrore governativo per il calo (reale) di consensi, l'incombere degli effetti autunnali della crisi sempre negata, il dilatarsi dei noti scandali di escort e minorenni, l'avvicinarsi di una sentenza della Consulta che potrebbe restituire Berlusconi alle proprie responsabilità davanti alla legge. E poi forse ci sarà dell'altro da nascondere, che all'informazione indipendente spetta d'indagare. Salvo che il potere impedisca ai giornalisti di fare il proprio lavoro. Come sta accadendo in Italia, con questa guerra preventiva, sotto gli occhi di tutto il mondo.

da La Repubblica.it
15 settembre 2009

lunedì 14 settembre 2009

Buona giornata!

Mi alzo, accendo il computer e, con una tazza di caffè in mano e gli occhi ancora semichiusi, inizio a leggere i titoli del Corriere e della Repubblica.
Poi gli occhi si spalancano.



Leggo gli articoli.
Iniziamo bene...

domenica 13 settembre 2009

L'essenziale è invisibile agli occhi

Qualche tempo fa, cercando su internet notizie riguardo al terremoto in Abruzzo, ho trovato questo blog.

Ho iniziato a leggerlo, e da allora lo guardo ogni giorno per tentare di recuperare anche tutto il tempo e i post perduti.

E' scritto da un'abruzzese, un'aquilana per l'esattezza, che con sguardo attento e penetrante, con toni forti ma allo stesso tempo spesso con grande ironia ci racconta quello che altrimenti sarebbe difficile sapere.

I suoi resoconti sono precisi, dettagliati e drammatici per noi che siamo portati a vedere della ricostruzione in Abruzzo solo quella minuscola percentuale che viene urlata e propagandata dalla maggior parte della stampa e dalla televisione.

Leggere i racconti di una persona che vive il dramma, le testimonianze di chi non ha mai visto inaugurazioni di nuove C.A.S.E. ma è ancora nelle tendopoli o nei container, è fondamentale.

Fondamentale per non dimenticarci di quello che sta succedendo, delle promesse non mantenute, delle case non consegnate, della situazione di migliaia di persone che dalle 3.32 del 6 aprile 2009 vivono in condizioni estreme, che hanno visto distrutte le loro vite.

E' fondamentale vedere questa catastrofe da un'altra prospettiva, quella della gente.

Vi suggerisco di leggere un post qualsiasi dal blog di Miss Kappa e sono convinta che, così come è successo a me, comincerete ad osservare ogni cosa con occhi diversi.

E se avete 8 minuti di tempo vi consiglio di guardare questo video.

Credo che ne valga davvero la pena.


martedì 8 settembre 2009

Della (mancata) leggerezza dell'essere

Questa sera avrei voluto scrivere un post frivolo e leggero, perchè sono convinta che ogni tanto un pò di superficialità nella vita faccia bene.
Ho pensato: c'è il Festival del Cinema di Venezia con decine di nuovi film, attori e donne elegantissime, c'è George Clooney che ha sfilato sul red carpet con la Canalis, c'è la lite tra Daniela Santanché e Vladimir Luxuria...gli argomenti non mancano di certo.

Non volevo davvero parlare di politica, delle dichiarazioni di Berlusconi, delle sue accuse alla stampa, delle barzellette, delle liti con Fini, del "caso Boffo"...
Perchè, diciamocelo, il panorama politico italiano è sconfortante, grottesco e ripugnante.
A voler essere ottimisti.
Al mattino ho quasi paura ad aprire i giornali, perchè ogni giorno penso "peggio di così non può mica andare", e invece ogni giorno va peggio, ogni giorno ce n'è una nuova e, solitamente, è qualcosa di ancora più preoccupante, esasperante e tragicamente comico.
Sempre a voler essere ottimisti.

Ora ho capito che questo sentimento di inquietudine, rabbia, indignazione è tutta colpa mia.
Sì, perchè se mi convertissi al "Grande Fratello", ai tronisti, alla televisione urlata, al disinteresse per tutto quello che non riguarda l'ultimo concorrente eliminato dall' "Isola dei famosi", di sicuro starei più tranquilla.
E' colpa mia se non riesco ad assuefarmi alle bugie, agli scandali, se non riesco a ridere alle battute di Berlusconi, se non sono contenta di avere un Presidente che, oltre ad essere Superman, è anche un cabarettista di prim'ordine.
E' colpa mia se le sue sparate, invece che infondermi fiducia, mi spaventano ogni giorno di più.
Tutta colpa mia. Senza ombra di dubbio.

So che questo non è esattamente un esempio di "obiettività" che, aspirando io al lavoro giornalistico, dovrei avere impressa in testa come prima e imprescindibile regola, ma proprio non ce l'ho fatta a trattenermi.
Perdonate lo sfogo.

Credo sia stato provocato dalla visione dell'intervista di Daphne Barak a Noemi Letizia.

Ma di questo parleremo un'altra volta.

venerdì 4 settembre 2009

Realtà o finzione?



Fatta eccezione per il diffuso colore rossastro, la prima immagine mi ricorda "2001: Odissea nello spazio". Un paesaggio desolato e una voce nasale fuori campo.
Pochi secondi dopo compaiono militari equipaggiati di tutto punto e aerei iper tecnologici, da un centro di comando vengono fornite ai primi indicazioni strategiche.
I soldati si muovono in direzione del nemico.
Poi nel video compaiono due frasi...
"It's not science fiction; it's what we do every day."
Nell'ultimo frame il simbolo dell'areonautica militare americana e il riferimento del suo sito internet.

Così, solo dopo 30 secondi di video, capiamo che non si tratta della pubblicità dell'ultimo videogioco lanciato sul mercato americano, nè del trailer del prossimo film di Hollywood in cui i Buoni devono sconfiggere i Cattivi per evitare che la Terra venga distrutta.
Nessun film o videogioco, è un vero e proprio spot della U.S. Air Force.

In passato lo avevano già fatto l'esercito e la marina, video con immagini potenti ed efficaci, che presentano i militari esattamente come gli eroi che siamo abituati a vedere sul grande schermo. Difficile distinguerli dai veri attori dunque, tanto quanto è difficile distinguere questi spots dai trailers delle produzioni hollywoodiane.

Sul sito di Internazionale troviamo il riferimento all'articolo scritto da David Sirota su Truthdig in merito al video dell'areonautica militare americana che ho cercato di descrivere.

mercoledì 2 settembre 2009

Prove tecniche di trasmissione

L'idea di tenere un blog mi ha sempre affascinato.

L’idea di avere uno spazio all’interno del quale poter scrivere liberamente di tutto quello che mi interessa, mi incuriosisce, mi indigna, mi capita sotto agli occhi, di quello che leggo e delle mie esperienze. Mi ha sempre affascinato il pensiero di potermi confrontare con altri punti di vista, di trovare nuove prospettive.

Non sapevo se avrei avuto la costanza per curare il mio piccolo spazio, se avrei trovato argomenti interessanti di cui parlare o abbastanza cose di cui scrivere.

E, in realtà, non lo so nemmeno adesso!

Ma, eterna indecisa, ho colto un’occasione "accademica" per convincermi a iniziare questa avventura, per scontrarmi con la tecnologia e mettermi un pochino alla prova.

Perché in fondo, anche se io e il computer siamo spesso state due rette parallele, qualche punto di incontro stiamo iniziando a trovarlo.

Prove tecniche di trasmissione, dunque.