venerdì 12 febbraio 2010

Tirando le somme

Mercoledì 2 settembre 2009 ho scritto il primo post su questo blog, dichiarando che il motivo per il quale mi ero finalmente decisa ad aprirne uno era stato "accademico".
Definizione a dir poco sibillina!
La vera verità è che è stato creato principalmente come "compito" per un esame di "Informatica applicata al giornalismo".
Probabilmente se non avessi avuto questa spinta non avrei mai iniziato a tenere un blog, benchè fosse una cosa che mi affascinava da tempo.
Da tempo avevo anche deciso che, se mai ne avessi creato uno, l'avrei chiamato "L'andazzo generale", che è il titolo di una canzone che adoro e un modo di dire che mi ha sempre dato l'idea di essere un pò come aprire una finestra sul mondo, guardarsi intorno e vedere che cosa succede. Qual è l'andazzo generale, appunto.

Ed eccomi qui.

Inizialmente pensavo che avere un blog potesse essere troppo impegnativo, che interagire con lui portasse via molto tempo e, soprattutto, che per me fosse difficile tenerlo aggiornato.
In effetti è stato in parte così, non sono sempre stata molto presente su queste pagine, a volte ho lasciato passare diversi giorni prima di ricomparire. Però ogni volta che ho desiderato condividere qualcosa, un film, un articolo, un sentimento, ho scritto con una semplicità che non avrei mai pensato si sarebbe realizzata.

Dopo le litigate iniziali, in questi mesi ho imparato a interagire con Blogspot; non è difficile, direte voi, però vi garantisco che quando si mette in testa una cosa è difficile farlo ragionare!
Comunque ho capito che la tecnologia non è sempre così complicatamente incomprensibile e malvagia e ho persino creato un account Twitter. Vamolà!

Soprattutto, però, mi sono divertita. Quando cercavo i video o le foto da aggiungere ai post, quando leggevo i quotidiani on-line e altri blog tantando di scovare notizie particolarmente interessanti da riportare su queste pagine, l'ho fatto divertendomi.
Ho raccontato anche un pò di me, e mi è piaciuto.

Questo pomeriggio ho l'esame, ma "L'andazzo generale" continuerà ad esserci, a tenere aperta la sua finestra.



Dimenticavo, in relazione al post su "L'uomo che verrà": se avete l'occasione, se scoprite che è nel programma di un teatro nella vostra zona, andate a vedere "Marzabotto", un monologo di Matteo Belli. I testi sono dell'attore e di Carlo Lucarelli, la storia è quella della strage di Marzabotto.

giovedì 11 febbraio 2010

Film della settimana: "L'uomo che verrà"


"L'uomo che verrà", secondo lungometraggio del regista bolognese Giorgio Diritti, racconta i giorni della strage di Marzabotto attraverso gli occhi di una bambina di otto anni, figlia di contadini.

Il 29 settembre 1944 nella zona di Monte Sole, che si trova a una trentina di chilometri a sud di Bologna, le SS scatenarono una rappresaglia senza precedenti, che proseguì nei giorni successivi e mise a ferro e fuoco il territorio. La volontà era quella di annientare i partigiani della Brigata Stella Rossa, che con azioni di guerriglia avevano creato grossi problemi a tedeschi e fascisti.
Ma delle circa 770 persone massacrate, soprattutto nelle giornate del 29 e 30 settembre, la maggior parte furono donne, bambini e anziani, barbaramente trucidati nelle chiese, nei cimiteri, nei casolari.
Questo eccidio rimase nelle storia come "la strage di Marzabotto", dal nome del comune a cui appartiene la maggior parte del territorio.

Così come era accaduto ne "Il vento fa il suo giro", l'opera prima di Giorgio Diritti divenuta un "caso" cinematografico, anche in questo film il regista si serve del dialetto locale per raccontare una comunità e i suoi riti, lo scorrere quotidiano e ordinario della vita e l'arrivo della guerra.
Attraverso gli occhi di Martina vediamo il succedersi delle stagioni, il paesaggio che cambia dalla neve ai colori della primavera, ma allo stesso tempo vi è l'intensificarsi della guerra, le azioni dei partigiani e le rappresaglie dei nazisti.
Fino ad un epilogo tragicamente conosciuto.

E' difficile per me giudicare oggettivamente questo film. Da bolognese, sono sempre stata particolarmente legata alla memoria della strage di Marzabotto, ai luoghi nei quali il film è stato girato, e in particolare a Monte Sole.
Ho sempre amato questo territorio, per la sua natura incontaminata e il suo silenzio; ma proprio questo territorio meraviglioso è stato testimone di una delle pagine più buie della storia.
Ogni 25 aprile è a Monte Sole che vado per ricordare.

"L'uomo che verrà" racconta con verità ed emozione la nostra storia. Il realismo delle immagini di guerra e morte, brutale ma mai ostentato, si mescola alle inquadrature che valorizzano il paesaggio e alla narrazione della quotidianità della vita contadina.

Se "Il vento fa il suo giro" era stata una meravigliosa scoperta, con questo secondo film confermo per il regista la mia ammirazione incondizionata.

sabato 6 febbraio 2010

Film della settimana: "Tra le nuvole"



Premetto che inizialmente pensavo che questo fosse un filmetto, con un George Clooney sempre affascinante e una tematica tristemente attuale (Clooney è un tagliatore di teste), ma nulla di più.

Poi, di "Up in the sky", tradotto in italiano "Tra le nuvole", ho letto recensioni entusiaste.

A onor del vero, erano più le critiche straniere di quelle "nostrane" a parlarne molto bene, e quella di Anthony Lane del "New Yorker" comparsa la settimana scorsa su "Internazionale" mi ha convinta ad andarlo a vedere.

Il regista Jason Reitman ha firmato altri due film che ho visto in passato, ma che non mi hanno entusiasmato: "Thank you for smoking" e "Juno".

Lo stesso giudizio do ora anche a "Tra le nuvole".
Gli attori sono bravi, la storia è originale, la colonna sonora accattivante e la fotografia notevole. Le riprese effettuate dagli aerei e i giochi di forme e colori che si creano quando la terra viene vista da un'altra prospettiva, poi, sono davvero splendide.

Ma non c'è quel "quid" che fa sì che un film travolga lo spettatore, che lo faccia uscire dalla sala pienamente soddisfatto.
Questo "qualcosa" è per me, cinefila accanita, sempre più raro da trovare.
C'è soltanto un film recente che, uscita dal cinema, mi ha dato la certezza di avere appena visto un capolavoro: quell' "Inglourious Basterds" di cui tanto si è parlato.

La ricerca continua...

giovedì 4 febbraio 2010

Brevi aggiornamenti

iMussolini
Leggo sul Corriere che l'applicazione iMussolini, di cui avevo parlato nel post precedente, è stata rimossa.
In seguito alle polemiche che aveva suscitato, alla condanna di un'associazione americana di sopravvissuti alla Shoah e alla denuncia di Cinecittà Luce per uso improprio del suo materiale, la vendita dell'applicazione è stata interrotta.
In una nota, Cinecittà spiega che l'uso strumentale, a fini economici, dei discorsi di Mussolini è altamente diseducativo e, inoltre, del tutto inaccettabile in quanto estrapolato dal contesto dell'analisi complessiva.

Come si chiedeva qualcuno in un commento al mio post: ora si può fare qualcosa anche per Noemi?


Non c'è più Delbono a Bologna
Per quello che riguarda l'affaire Delbono, da me commentato a caldo, dopo le dimissioni ufficiali del sindaco avvenute il 28 gennaio davanti al Consiglio comunale in seguito al voto del bilancio, sono iniziate le ipotesi sul "dopo-Flavio".
Il toto-nomi procede sia nel Pdl che nel Pd, che pensa anche alle primarie.
Inizialmente era stata paventata la possibilità di accorpare le nuove elezioni comunali a quelle regionali del 28 e 29 marzo, e fare le primarie il 14 febbraio.
I cittadini bolognesi, a partire da quelli più famosi come Dalla e Morandi, stanno chiedendo a gran voce che sia Prodi a candidarsi come sindaco per il Pd. Il Professore, gentilmente, ringrazia e rifiuta.

E' invece di ieri la notizia che Bologna non potrà votare a fine marzo perchè le dimissioni di Flavio Delbono sono avvenute oltre il termine utile.
Se il Parlamento lo riterrà opportuno, potrà approvare una modifica all’attuale normativa degli enti locali per far andare Bologna al voto in primavera o in autunno. In assenza di questo intervento legislativo, le elezioni a Bologna slitteranno al 2011 e la città sarà gestita da un commissario per un anno e mezzo.

sabato 30 gennaio 2010

L'arte di raccontare storie

Il 27 gennaio, a San Francisco, Steve Jobs ha presentato l' iPad, il tablet di casa Apple a lungo annunciato e finalmente svelato.
L' ultima creazione della casa di Cupertino ha conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, che le hanno dedicato articoli approfonditi, e su di essa sono stati espressi giudizi contrastanti.
Nonostante questo, non è dell'iPad che vorrei parlare, bensì del creatore e mentore della Apple: Steve Jobs.

Qualche mese fa, leggevo per la mia tesi un libro di Christian Salmon intitolato "Storytelling - La fabbrica delle storie".
Salmon mostra come l'arte primordiale di raccontare storie sia stata trasformata, a partire dagli anni '90 del Novecento, in America come in Europa, in una potentissima arma di persuasione.
Lo "storytelling" è dunque un capacità narrativa che, posta nelle mani dei guru del marketing e della comunicazione, o in quelle degli spin doctors, è in grado di plasmare le opinioni dei consumatori e dei cittadini.
L'autore svela nel suo libro, frutto di una lunga inchiesta dedicata alle numerose azioni del fenomeno, questo incredibile inganno ai danni dell'immaginario collettivo.

E qui torniamo a Steve Jobs.
Salmon cita il suo discorso agli studenti di Stanford, pronunciato il 12 giugno 2005 in occasione della cerimonia per le lauree, come esempio lampante del fenomeno dello storytelling.

Che Jobs sia un incredibile affabulatore, è sicuro; credo però che, in questo discorso, superi se stesso.
Vedere per credere.






mercoledì 27 gennaio 2010

Di Noemi Letizia e iMussolini

Non bastava il cielo grigio ormai perenne, la neve, il freddo gelido e l'idea dell'ennesima giornata di studio matto e disperato a rendere complicato il mio risveglio.
No, perchè io ho la sanissima abitudine di leggere i quotidiani on-line (Repubblica e Corriere della Sera, principalmente) mentre sorseggio il caffelatte.
Risultato: spesso rischio di rovesciarlo sul computer per i sussulti provocati dalle notizie che mi si parano davanti agli occhi.
Forse dovrei porre fine a tale rito mattutino.
Questo è uno di quei giorni in cui ne sono davvero convinta.

Per farvi capire per quale motivo, sottopongo alla vostra attenzione due articoli che ho appena letto su Repubblica.it.

Il primo è relativo all'applicazione per l'iPhone chiamata iMussolini,
scaricando la quale si possono ascoltare, leggere e vedere tutti i suoi discorsi sul telefonino. E poichè è anche economica (costa solo 79 centesimi), è il secondo programma più scaricato negli Apple Store. Impossibile farne a meno.
Il programma è stato ideato da un imprenditore napoletano venticinquenne che, per evitare troppe polemiche (come l'accusa di apologia del fascismo), sta pensando di crearne uno anche su Gandhi. Per par condicio.

Non ci credete? All'inizio non ci riuscivo nemmeno io, poi ho letto l'articolo.

La seconda notizia riguarda Noemi Letizia, che si sta preparando a fare il suo debutto in Rai.
Dopo le elezioni regionali, però, per evitare scandali sgraditi al premier. E non sulle reti Mediaset, per non suscitare il sospetto che le venga fornita una corsia preferenziale.
Lascio a voi i commenti.


lunedì 25 gennaio 2010

News da Bologna - Nius da Bulàgna

Grandi sconvolgimenti politici si stanno verificando, qui a Bologna City: il sindaco Flavio Delbono, del Partito Democratico, sta per annunciare le sue dimissioni.
Delbono è sotto inchiesta per peculato, abuso d'ufficio e truffa in relazione ad alcuni viaggi fatti quando era vicepresidente della Regione insieme alla ex segretaria ed ex compagna Cinzia Cracchi, pare a spese della Regione stessa.
Travolto dal "Cinzia-gate", come è stato etichettato dai giornali, pare ormai certo che il sindaco darà le sue dimissioni oggi pomeriggio in Consiglio comunale.

Benessum, dicono a Bologna. Fantastico.

Ennesima delusione politica ed ennesima sensazione di avere sprecato un voto.
E io che ero tornata apposta da Lione per votarlo...

Non che conoscessi bene Delbono, ma mi sembrava comunque una persona intelligente, bolognese adottivo da molti anni e quindi con una conoscenza approfondita della città. Soprattutto era l'antagonista di un'immagine di politico come quella di Alfredo Cazzola, suo avversario nelle elezioni comunali. Un uomo ricco, con le mani in pasta un pò dappertutto, amato da molti bolognesi perchè, dicono, "è uno che si è fatto da solo". Sicuramente un uomo del fare, come recitava lo slogan della sua campagna elettorale.
Un Berlusconi in miniatura, pensavo io, e uno a grandezza naturale basta e avanza.

Comunque, Delbono ha vinto le elezioni il 22 giugno con il 60% dei voti e oggi si dimette, travolto da uno scandalo che mescola vicende pubbliche e private.
Benchè sabato, dopo l'interrogatorio del pm, avesse dichiarato che non si sarebbe dimesso "nemmeno in caso di rinvio a giudizio", oggi la decisione è stata differente.

Sono principalmente due le sensazioni che, da bolognese doc, sto provando in questo momento.
Delusione, per una politica nella quale è ormai impossibile credere, per una classe dirigente che delude, a destra come a sinistra alla stessa maniera.
E lungi da me cadere nel tranello del "tanto sono tutti uguali", ma è davvero sempre più difficile non pensarlo.
E poi provo rabbia, per questa mentalità tutta italiana da furbetto del quartierino, che si sente il più forte e il più dritto di tutti ed è convinto di poter fare sempre i propri interessi perchè tanto nessuno verrà mai a scoprire le malefatte.

Adesso quasi quasi esco di casa e vado al bar qui sotto a sentire cosa ne pensano gli umarell e le zdaure ( i vecchietti e le vecchiette, N.d.T) bolognesi, perchè si sa che la saggezza, quella vera, a Bologna risiede nei bar, nei circoli Arci e nelle Bocciofile.