lunedì 14 dicembre 2009

Sono tornata da Lione da qualche giorno, mi sono lasciata travolgere dalla città e la Fête des Lumières è stata meravigliosa, non faceva neppure freddo.
Avevo pensato di scrivere di questo, ma...

Credo che non ci sia nessuno in Italia e oltre che non sappia quello che è successo ieri sera a Milano. Silvio Berlusconi, mentre saluta la folla e firma autografi dopo il suo discorso in piazza Duomo, viene colpito al volto con una statuetta-souvenir del Duomo medesimo. Il viso sanguinante è immortalato da decine di macchine fotografiche e telecamere, poi il presidente del Consiglio viene trasportato all'ospedale.
Dopo poche ore i siti internet dei principali quotidiani riportano la notizia che a colpirlo è stato un uomo di 42 anni con problemi psichici, in cura da 10 anni.
Questa mattina leggo che il gesto ha provocato al premier la frattura del setto nasale e di due denti.

Bene. Cioè, non troppo, ma proseguiamo.

Colpire il presidente del Consiglio, ma così come qualsiasi politico, qualsiasi persona, con l'intenzione e la consapevolezza di ferirla è sbagliato.
In una democrazia degna di tale nome, tutti dovrebbero avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni senza temere per la propria incolumità.
Allo stesso modo, tutti dovrebbero essere liberi di dissentire, di manifestare il proprio disaccordo, la propria delusione e indignazione.
Certo, non lanciando monumenti in versione mignon, o scarpe, o treppiedi, o uova. Ma la libertà di dissenso in una democrazia è fondamentale. Perchè, teoricamente, è ciò che la fa crescere, progredire, avanzare. Se questa libertà manca, si parla di dittatura.

Bene.

Quello che mi ha irritato è stato leggere sui giornali articoli che avvicinano il "gesto della statuetta" alla contestazione che ha avuto luogo durante il comizio di Berlusconi, quando alcune persone presenti in piazza hanno interrotto il suo discorso.
Sono, queste, due prese di posizione così distanti da non poter essere neanche paragonate.
Le persone che erano in piazza hanno sì disturbato il premier, ma in modo pacifico, semplicemente gridando che non la pensano come lui, come il resto del pubblico della piazza. Hanno contestato in modo pacifico una strada politica che non condividono, hanno accusato il premier di scelte economiche che non ritengono vantaggiose e utili al nostro paese.
E basta. Sono state fatte allontanare dalla polizia, in modo che Berlusconi potesse concludere il suo discorso senza problemi.
Quello che è successo dopo è stata tutta un'altra cosa. E' stato un atto violento, che non va giustificato.
Ma, a mio parere, quello che Antonio Di Pietro e Rosy Bindi hanno affermato oggi è vero: il premier non è una vittima, è un provocatore e non è certo lui che mantiene il dialogo politico sereno, non è lui che abbassa i toni. Anzi.
Ogni suo discorso è un attacco verbalmente violento a giudici, giornalisti, politici, istituzioni, televisione, elettori "coglioni" del centro-sinistra...
Mi ricordo a fatica di altri politici che usino lo stesso numero di parole volgari di cui si serve lui durante la maggior parte degli interventi.
Perchè è lui quello con le palle, e dove lo trovano gli italiano un altro forte come il signor Silvio Berlusconi? Storia recentissima, mica illazioni di chi non lo appoggia.

Non dico che tutto questo giustifichi quello che è accaduto a Milano, ma dico che non si può associare il dissenso di molti italiani ad un atto violento e non si può, inoltre, usare quest'ultimo come pretesto per oscurare siti internet, controllare i social network. In una parola, per censurare.

Che Berlusconi sia stato vittima di un gesto da condannare è un dato di fatto.
Che ora però ci venga presentato come un martire in odore di santità è tutta un'altra cosa.

2 commenti:

  1. Io temo che sia un atto progettato da tempo, con un fine preciso: quello che aumentare i consensi di un governo un pò in crisi. La campagna mediatica a sostegno del povero Silvio ( per carità, starà sicuramente male) è totalitaria, quasi da regime.

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  2. Temo la stessa cosa, ma non sapevo se era una deformazione da tesi di laurea...ora che siamo in due inizio a credere che sia una possibilità reale.

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