venerdì 30 ottobre 2009

Deliri notturni

Tornata a casa a l'una passata dopo una giornata piuttosto intensa e in previsione di un'altra altrettanto impegnativa, la cosa più sensata e ragionevole sarebbe stata quella di tuffarsi immediatamente sotto alle coperte.
E invece, vuoi perchè di buon senso la sottoscritta non ne possiede proprio "da vendere", vuoi per l'influenza esercitata dal film appena visto in cui una delle protagoniste tiene un blog o per la curiosità di sbirciare quello di un'amica, vuoi per l'attrazione irresistibile del mio nuovo Mac, fatto sta che sono ancora qui a ciappinare (termine strettamente bolognese traducibile con un più generico "trafficare").

Domattina la pagherò cara e so che, quando la sveglia suonerà, mi maledirò in ogni idioma, ma intanto ne ho approfittato per cambiare il layout del blog.
Che ne pensate?
Suggerimenti, critiche e consigli sono caldamente incoraggiati.

E ora, per davvero, buonanotte.

giovedì 29 ottobre 2009

Ringraziamenti

Se qualcuno potesse gentilmente spiegarmi per quale motivo Piero Marrazzo si è dimesso, mentre a Mister B. questa idea non ha mai attraversato nemmeno l'anticamera della zucca, gli sarò riconoscente a vita.

domenica 25 ottobre 2009

Parlando di blog...

Vi segnalo questo articolo sul mondo dei blog che ho trovato sul sito del Corsera.

In aumento i blogger professionisti

Cresce il numero di utenti che lavora con il proprio blog. C'è chi guadagna oltre 120 mila dollari all'anno

MILANO - Sono per lo più maschi, sotto i 40 anni, hanno una buona istruzione e quasi uno su due proviene dal settore dei media. Spesso gestiscono più siti, riuscendo addirittura a trasformare la propria attività in una professione redditizia. È il ritratto del blogger che emerge dall'ultimo rapporto di Technorati «State of the Blogosphere», studio che ogni anno monitora l'evoluzione della blogosfera. Nell'edizione 2009 è stato intervistato un campione di circa 3 mila blogger.

TRA HOBBY E LAVORO - Se per la maggior parte degli utenti (72%) il blog resta ancora un semplice hobby da coltivare nel tempo libero, cresce il numero di blogger che ha trasformato il proprio «diario di bordo» in un'attività professionale (28%), in grado di garantire guadagni considerevoli. Per i più si tratta di un impiego part-time, che permette comunque di arrotondare lo stipendio (il salario medio annuale è di 15mila dollari). Più interessante, invece, il dato su chi riesce a svolgere a tempo pieno l'attività di blogger: è il 13% del campione, che spesso scrive per condividere le proprie competenze ma anche per promuovere le attività dell'azienda in cui lavora. In questa categoria il salario medio raggiunge cifre importanti (122 mila dollari l'anno). Tra part-time e full-time, il 17% afferma che il blog sta diventando la principale fonte di introito. Il tutto grazie alla pubblicità, ma anche per la reputazione che il blog è in grado di garantire. Il che significa inviti a convegni e conferenze, ma soprattutto il sempre maggiore coinvolgimento nel settore dei media.

I PROSSIMI GIORNALISTI - Quattro blogger su dieci provengono dal mondo dell'informazione (riviste, quotidiani, radio, spesso come collaboratori esterni). Di questi, il 27% continua a svolgere un'attività nel campo dei media. Messo da parte l'antagonismo dei primi tempi, i blogger stanno quindi diventando parte attiva del sistema dell'informazione mainstream. Ormai, spiega la rivista Fast Company, gestire pagine competenti su temi specifici rappresenta la migliore palestra per i reporter in erba. Ma anche il naturale approdo per i tanti giornalisti che devono reinventarsi una nuova vita dopo esser stati licenziati.

MORTE DEI BLOG? - Competenza, passione e, perché no, possibilità di guadagnare sono quindi le chiavi per portare avanti l'attività di blogger, spiega a Technorati Arianna Huffington, ex blogger che è riuscita a trasformare il proprio sito in una delle fonti online più lette. La crescita dei blog professionali va di pari passo, infatti, con la morte di quelli amatoriali, che sono sempre più inattivi e sulla via della chiusura.

Nicola Bruno
23 ottobre 2009

mercoledì 21 ottobre 2009

A volte ritornano

Gli Yes Men sono tornati, e questa volta hanno ingannato i grandi media internazionali con una finta conferenza stampa in cui si annunciava la svolta ecologica dell'industria Usa.
Troppo bello per essere vero?
Se volete conoscere i dettagli dell'ultima bufala degli Yes Men, leggete questo articolo apparso ieri sul sito di Repubblica.


'Svolta verde dell'industria Usa'
ma è una beffa degli Yes men
Con una finta conferenza stampa il gruppo celebre per le sue bufale ha ingannato tutti i grande media internazionali

di VALERIO GUALERZI

Gli "Yes men" sono tornati a colpire. Il gruppo di attivisti statunitense celebre per aver organizzato delle spettacolari truffe mediatiche a sfondo anticapitalista e ambientalista ha messo a segno un altro colpo dei suoi. Spacciandosi per rappresentanti della US Chamber of Commerce, una delle più importanti organizzazioni imprenditoriali americane, simile alla nostra Confindustria, due "yes men" hanno organizzato una finta conferenza stampa per annunciare al mondo che la lobby industriale metteva finalmente da parte la sua avversione per il "climate bill", la legge che fissa tetti alle emissioni di CO2 per contrastare i cambiamenti climatici.

Notizia davvero ghiotta, visto che il provvedimento, fortemente voluto da Obama, dopo essere passato alla Camera è ora bloccato al Senato anche grazie alle pressioni esercitate dalla Chamber. Un cambio di rotta talmente importante che la Reuters, la più importante agenzia di stampa al mondo, si è affrettata a trasmettere in rete. E lo stesso hanno fatto le tv presenti alla farsa ordita dagli "Yes men" e i tanti blogger e "twitters" che curano l'informazione ambientale su internet. Quando circa venti minuti più tardi il vero portavoce della Chamber si è catapultato nella sala dell'associazione nazionale della stampa urlando che era tutta una bufala, era ormai troppo tardi, la beffa era riuscita alla perfezione.

Gli "Yes men", ai quali è stato anche dedicato un docu-film presentato al festival di Berlino e in uscita la prossima settimana nelle sale Usa, ci hanno abituato in passato ad azioni clamorose. L'ultima risale ad appena qualche giorno fa, quando hanno distribuito nelle edicole una falsa versione del New York Post interamente dedicata alla minaccia rappresentata per la Grande Mela dai cambiamenti climatici. Questa volta però a dargli una mano nella riuscita della provocazione è stata la assoluta verosimiglianza del finto annuncio. "C'è solo un modo per fare affari e quel modo è approvare il prima possibile il climate bill così che a dicembre il presidente Obama si può presentare a Copenaghen e negoziare partendo da una posizione forte", ha esordito il falso portavoce della Chamber in conferenza.

Affermazione inventata, ma di buon senso, e destinata forse a diventare presto realtà. Non più tardi di un paio di settimane fa influenti aziende associate all'organizzazione hanno infatti abbandonato la lobby proprio per smarcarsi dal suo atteggiamento sulla questione climatica e dentro la Chamber serpeggia un forte malumore. Tra le prese di distanza più clamorose, quelle di Nike, PG&E, PNM Resources e Exelon.

lunedì 12 ottobre 2009

The Yes Men

Ho saputo dell'esistenza gli Yes Men leggendo un articolo su Internazionale e, avendoli ritenuti geniali e folli allo stesso tempo, quando ho scoperto che il loro film sarebbe stato proiettato al Festival a Ferrara, non ho proprio potuto fare a meno di andare a vederlo.

Gli Yes Men sono Andy Bichlbaum e Mike Bonanno, due attivisti statunitensi nemici giurati delle multinazionali che si sono fatti conoscere per alcune azioni ispirate alla "identity correction".
Il loro obiettivo è dimostrare che i governi e le multinazionali agiscono sempre e soltanto per il proprio interesse, smascherarli rendendoli ridicoli nel modo più plateale possibile.
Per farlo si fingono portavoce di un'organizzazione, una corporation o di un governo e rilasciano dichiarazioni scandalose e compromettenti partecipando a programmi televisivi, radiofonici, a conferenze e convegni importanti.

Secondo gli Yes Men "sometimes it takes a lie to tell the truth".
Seguendo questa filosofia il 3 dicembre 2003, giorno del ventesimo anniversario del disastro di Bhopal, Andy Bichlbaum partecipò a un programma di Bbc World fingendosi Jude Finisterra, un portavoce della Dow Chemical, la società proprietaria della Union Carbide, responsabile del disastro. Nel corso della sua dichiarazione riferì che l'azienda aveva finalmente deciso di decontaminare il sito della fabbrica e di risarcire tutte le persone coinvolte.
Dopo due ora la Dow negò tutto dichiarando che si trattava di un impostore, ma nel frattempo il suo valore azionario era sceso di due milioni di dollari.

Nel 2007 gli Yes Men diffusero una
finta copia del New York Times, identica nella grafica al vero giornale, ma contenente tutte le notizie che molti americani vorrebbero realmente leggere una mattina: la fine della guerra in Iraq e il rientro immediato delle truppe, l'approvazione della riforma sanitaria, l'abolizione del Patriot Act, la gratuità delle università pubbliche.

Le loro imprese più memorabili sono state racchiuse nel film "The Yes Men fix the world", che è stato proiettato a Ferrara in anteprima italiana.

Intelligenti, astute, irriverenti, provocanti, le trovate degli Yes Men hanno conquistato oltre a me una sala cinematografica al completo, provocando risate e applausi, suscitando ammirazione e invidia per avere messo in pratica quello che molti di noi vorrebbero vedere realizzato: lo smascheramento dei potenti.

giovedì 8 ottobre 2009

Meno male che Silvio c'è!

La giornata che ha visto assolvere De Gennaro e Mortola dall'accusa di "aver indotto al falso" l'ex questore di Genova Colucci sull'irruzione nella scuola Diaz durante il G8 del 2001 e che ha quindi lasciato impuniti i mandanti per l'ennesima volta, ha segnato però una vittoria per la giustizia in Italia.
Ieri sera, mentre stavo tornando a casa in macchina, la radio ha dato la notizia della bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale, in quanto viola il principio di uguaglianza dei cittadini.
Credo di avere iniziato ad esultare e a saltellare sul sedile, attirandomi sguardi stupiti e increduli da parte degli altri automobilisti.

Questa mattina ho letto diversi articoli sui giornali stranieri visto che, si sa, in Italia la stampa è tutta in mano alla sinistra comunista (e rido perchè credo che Mr. B. sia l'unico a continuare a credere nell'esistenza diffusa dei comunisti).
Ogni articolo riportava la stessa notizia e cioè, semplicemente, che per una volta il premier non l'ha avuta vinta.
Ovviamente Lui ha dichiarato subito che la Corte è di sinistra perchè al suo interno ci sono 11 giudici di sinistra, che il capo dello Stato è ancora più di sinistra, che ora sì che gli italiani vedranno di che pasta è fatto...
Per fortuna che a compensare tutto questo estremismo comunista dello stato italiano c'è "Porta a Porta", che ha accolto ben 15 minuti di sfogo in diretta di Mr.B.
Palesemente irritato, il premier ha accusato l'intera magistratura di comunismo, ha insultato Rosy Bindi ("Lei è sempre più bella che intelligente"), ha dichiarato che la Corte è un organo di sinistra...

E in questa congiuntura astrale di sfrenato comunismo, meno male che Silvio c'è insomma.

Attendo con timore le conseguenze di questa bocciatura, che credo si esprimeranno in una riforma della giustizia a dir poco in suo favore, ma intanto non posso fare a meno di dire che, se la bocciatura del Lodo gli ha provocato anche solo un minuscolo fastidio, io sono proprio felice.




domenica 4 ottobre 2009

Cambia todo cambia

Un pensiero all'immensa Mercedes Sosa.