martedì 29 settembre 2009

Ferrara città aperta


Per il terzo anno consecutivo Ferrara ospita il Festival di Internazionale, una tre giorni di incontri, conferenze, proiezioni e interviste con i giornalisti e i collaboratori di Internazionale.

Il programma, quest'anno come gli anni scorsi, è ricchissimo e potete trovarlo qui.
Numerosi sono gli ospiti stranieri e italiani, non soltanto giornalisti ma anche scrittori, fotografi e bloggers, per offrire al pubblico una tipologia di eventi diversificata e trasversale.
Venerdì e sabato sera, concerti e reading concludono le giornate.

Personalmente, sono stata al Festival sia l'anno scorso che quello prima e ho sempre assistito ad eventi di altissimo livello, conferenze interessanti con relatori estremamente preparati e tematiche coinvolgenti, per approfondire argomenti dibattuti largamente o affrontarne altri quasi sconosciuti.

Una delle novità dell'edizione del 2009 è che anche i bloggers potranno accreditarsi e saranno trattati proprio come i giornalisti di carta stampata, radio e tv.

Il 3 ottobre, in contemporanea a "Internazionale a Ferrara", si svolgerà a Roma la manifestazione per la libertà di stampa.
Roma o Ferrara dunque?
Di sicuro bisognerebbe essere in entrambe le città, ma poichè questo non è possibile io ho scelto di essere a Ferrara.
Perchè anche da questo evento sono certa che emergerà una forte critica agli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto l'informazione di "opposizione" e una ferma condanna per l'operato del governo.
Si discuterà e si criticherà, ci si metterà in discussione e si cercheranno nuovi punti di vista, per non restare in disparte.

giovedì 24 settembre 2009

Clandestino Day, venerdì 25 settembre


All'inizio di settembre il settimanale Carta ha lanciato una proposta importante: fare del 25 settembre il Clandestino Day.
Una giornata in cui, in tutta Italia, chiunque voglia opporsi al razzismo in nome di un modo di vivere più rispettoso e di una società realmente civile, organizzi qualcosa, qualunque cosa, per far sentire la propria voce e quella di chi, nel nostro paese, ne ha ogni giorno di meno.

Comitati per la difesa dei migranti, ONG, gruppi politici, centri sociali, collettivi universitari, ospedali, scuole, comunità cristiane, ma anche singoli cittadini, hanno così organizzato una lunga lista di eventi di ogni genere e in ogni luogo.
Dai sit-in nelle piazze per informare la gente su quello che sta succedendo in Italia alle proiezioni di filmati, dagli spettacoli teatrali per strada alle cene multietniche, dai concerti alle presentazioni di libri, da una lezione di italiano e arabo all'aperto a un'azione dimostrativa davanti alla questura o in un porto....

L'elenco è davvero lungo, ogni regione si è mobilitata e moltissime città sono state coinvolte.
Qui trovate la lista in continuo aggiornamento.

A Bologna, a partire dalle ore 18, ci sarà un banchetto informativo in Piazza San Francesco e dalle 19.30 all'enoteca Altotasso è in programma la visione del film "Come un uomo sulla terra", cui seguirà un dibattito con alcuni rappresentanti del mondo associativo bolognese impegnato sul tema dei migranti.
L'evento è organizzato da CESTAS, COSPE, Amani, Amici dei Popoli e numerose altre realtà che si confrontano quotidianamente con i problemi dei migranti.

Partecipare e diffondere questa iniziativa è importante per far sentire la nostra totale disapprovazione per la deriva razzista della politica e di parte della società italiana, per preparare al meglio il corteo del 17 ottobre a Roma contro i recenti provvedimenti governativi nei confronti dei migranti (Legge n. 94 del 15 luglio 2009, "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica").

Una giornata antirazzista, contro il pacchetto sicurezza e il reato di clandestinità, per domandarsi che cosa non lo Stato, ma ognuno di noi, può fare per rendere questa società sempre un più simile a quella che vorremmo.
Per non limitarsi alle chiacchiere da bar, ma uscire nelle piazze e mostrare la nostra indignazione, per dimostrare molti italiani non la pensano come questo governo, per non arrendersi allo sconforto.

Per non restare a guardare.

martedì 15 settembre 2009

Spegniamo RaiUno e accendiamo il cervello


La strategia del ragno
di CURZIO MALTESE

C'è qualcosa che gli italiani non sanno, ma soprattutto non debbono sapere, dietro la violenza dell'assalto finale di Silvio Berlusconi al valore di cui s'è sempre orwellianamente riempito la bocca, la libertà.

La libertà d'informazione e di critica del giornalismo, perfino la semplice libertà di scelta degli spettatori televisivi. C'è, deve esserci una disperata ragione se il premier, già osservato speciale delle opinioni pubbliche di mezzo mondo, invece di rientrare (lui sì) nei ranghi del gioco democratico, continua a sparare bordate contro le riserve indiane che ancora sfuggono al suo controllo.

L'ultimo episodio, l'oscuramento di Ballarò su Raitre, e ora anche di Matrix su Canale 5, per concentrare tutta l'audience di oggi sulla puntata celebrativa di Porta a Porta per la consegna alle vittime del terremoto abruzzese delle prime case, aggiunge un ulteriore tocco "coreano" al disegno dell'egemone. Volenti o nolenti, milioni di spettatori sono chiamati stasera all'appello, da bravi soldatini, per plaudire al "miglior presidente del Consiglio in 150 anni", che si esibisce nell'ennesimo spettacolare sfruttamento del dolore, fra le lodi dei ciambellani. Si ha un bel dire che ci vuole prudenza nell'adoperare certe parole, ma queste cose si vedono soltanto nei regimi. Più spesso, alla fine dei regimi, quando l'egemone è parecchio in là con gli anni e con l'incontinenza egolatrica.

La vicenda è grave in sé, come ha subito commentato Sergio Zavoli, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza e memoria storica della Rai. E lascia perplessi che invece il presidente di garanzia della Rai la riduca a scompenso organizzativo. Si tratta quantomeno di un eufemismo. Ma l'affare Ballarò diventa ancora più inquietante perché s'inserisce in una strategia del ragno governativa per intimidire o tappare direttamente la bocca all'informazione critica.

Le denunce e le minacce contro Repubblica e Unità e perfino la stampa estera, il pestaggio mediatico di questo o quel giornalista, gli avvertimenti mafiosi a questo o quel conduttore perché si pieghino alle censure o dicano addio ai loro programmi, questi sono i metodi. Non si può neppure dire che si tratti di una trama occulta. Gli obiettivi sono palesi, dichiarati, in qualche caso rivendicati. Berlusconi sta usando tutto il suo potere di premier, primo editore e uomo più ricco d'Italia, per strangolare economicamente la stampa d'opposizione, epurare i pochi programmi d'informazione degna di un servizio pubblico, a cominciare da Annozero di Santoro, Report di Gabanelli e Che tempo che fa di Fazio, infine destituire l'unico direttore di rete televisiva, Paolo Ruffini di RaiTre, che non obbedisce agli ordini.

Non sappiamo se tutto questo si possa definire "l'agonia di una democrazia", come ha scritto Le Monde. Ma certo gli assomiglia moltissimo. Del quotidiano francese si può condividere anche il conciso titolo del commento: "Basta!". Nella speranza che siano in molti ormai in Italia a voler dire "basta!", non tanto, non più per convinzione politica, ma per buon senso, decenza e amor di patria. Lo si vedrà anche alla manifestazione di piazza del Popolo il prossimo sabato.

Al giornalismo libero rimane il compito di chiarire il mistero dietro l'offensiva finale di Berlusconi contro la libertà d'informazione. Oltre a quanto già gli italiani sanno, o almeno la minoranza che non si limita a bersi i telegiornali. E cioè il terrore governativo per il calo (reale) di consensi, l'incombere degli effetti autunnali della crisi sempre negata, il dilatarsi dei noti scandali di escort e minorenni, l'avvicinarsi di una sentenza della Consulta che potrebbe restituire Berlusconi alle proprie responsabilità davanti alla legge. E poi forse ci sarà dell'altro da nascondere, che all'informazione indipendente spetta d'indagare. Salvo che il potere impedisca ai giornalisti di fare il proprio lavoro. Come sta accadendo in Italia, con questa guerra preventiva, sotto gli occhi di tutto il mondo.

da La Repubblica.it
15 settembre 2009

lunedì 14 settembre 2009

Buona giornata!

Mi alzo, accendo il computer e, con una tazza di caffè in mano e gli occhi ancora semichiusi, inizio a leggere i titoli del Corriere e della Repubblica.
Poi gli occhi si spalancano.



Leggo gli articoli.
Iniziamo bene...

domenica 13 settembre 2009

L'essenziale è invisibile agli occhi

Qualche tempo fa, cercando su internet notizie riguardo al terremoto in Abruzzo, ho trovato questo blog.

Ho iniziato a leggerlo, e da allora lo guardo ogni giorno per tentare di recuperare anche tutto il tempo e i post perduti.

E' scritto da un'abruzzese, un'aquilana per l'esattezza, che con sguardo attento e penetrante, con toni forti ma allo stesso tempo spesso con grande ironia ci racconta quello che altrimenti sarebbe difficile sapere.

I suoi resoconti sono precisi, dettagliati e drammatici per noi che siamo portati a vedere della ricostruzione in Abruzzo solo quella minuscola percentuale che viene urlata e propagandata dalla maggior parte della stampa e dalla televisione.

Leggere i racconti di una persona che vive il dramma, le testimonianze di chi non ha mai visto inaugurazioni di nuove C.A.S.E. ma è ancora nelle tendopoli o nei container, è fondamentale.

Fondamentale per non dimenticarci di quello che sta succedendo, delle promesse non mantenute, delle case non consegnate, della situazione di migliaia di persone che dalle 3.32 del 6 aprile 2009 vivono in condizioni estreme, che hanno visto distrutte le loro vite.

E' fondamentale vedere questa catastrofe da un'altra prospettiva, quella della gente.

Vi suggerisco di leggere un post qualsiasi dal blog di Miss Kappa e sono convinta che, così come è successo a me, comincerete ad osservare ogni cosa con occhi diversi.

E se avete 8 minuti di tempo vi consiglio di guardare questo video.

Credo che ne valga davvero la pena.


martedì 8 settembre 2009

Della (mancata) leggerezza dell'essere

Questa sera avrei voluto scrivere un post frivolo e leggero, perchè sono convinta che ogni tanto un pò di superficialità nella vita faccia bene.
Ho pensato: c'è il Festival del Cinema di Venezia con decine di nuovi film, attori e donne elegantissime, c'è George Clooney che ha sfilato sul red carpet con la Canalis, c'è la lite tra Daniela Santanché e Vladimir Luxuria...gli argomenti non mancano di certo.

Non volevo davvero parlare di politica, delle dichiarazioni di Berlusconi, delle sue accuse alla stampa, delle barzellette, delle liti con Fini, del "caso Boffo"...
Perchè, diciamocelo, il panorama politico italiano è sconfortante, grottesco e ripugnante.
A voler essere ottimisti.
Al mattino ho quasi paura ad aprire i giornali, perchè ogni giorno penso "peggio di così non può mica andare", e invece ogni giorno va peggio, ogni giorno ce n'è una nuova e, solitamente, è qualcosa di ancora più preoccupante, esasperante e tragicamente comico.
Sempre a voler essere ottimisti.

Ora ho capito che questo sentimento di inquietudine, rabbia, indignazione è tutta colpa mia.
Sì, perchè se mi convertissi al "Grande Fratello", ai tronisti, alla televisione urlata, al disinteresse per tutto quello che non riguarda l'ultimo concorrente eliminato dall' "Isola dei famosi", di sicuro starei più tranquilla.
E' colpa mia se non riesco ad assuefarmi alle bugie, agli scandali, se non riesco a ridere alle battute di Berlusconi, se non sono contenta di avere un Presidente che, oltre ad essere Superman, è anche un cabarettista di prim'ordine.
E' colpa mia se le sue sparate, invece che infondermi fiducia, mi spaventano ogni giorno di più.
Tutta colpa mia. Senza ombra di dubbio.

So che questo non è esattamente un esempio di "obiettività" che, aspirando io al lavoro giornalistico, dovrei avere impressa in testa come prima e imprescindibile regola, ma proprio non ce l'ho fatta a trattenermi.
Perdonate lo sfogo.

Credo sia stato provocato dalla visione dell'intervista di Daphne Barak a Noemi Letizia.

Ma di questo parleremo un'altra volta.

venerdì 4 settembre 2009

Realtà o finzione?



Fatta eccezione per il diffuso colore rossastro, la prima immagine mi ricorda "2001: Odissea nello spazio". Un paesaggio desolato e una voce nasale fuori campo.
Pochi secondi dopo compaiono militari equipaggiati di tutto punto e aerei iper tecnologici, da un centro di comando vengono fornite ai primi indicazioni strategiche.
I soldati si muovono in direzione del nemico.
Poi nel video compaiono due frasi...
"It's not science fiction; it's what we do every day."
Nell'ultimo frame il simbolo dell'areonautica militare americana e il riferimento del suo sito internet.

Così, solo dopo 30 secondi di video, capiamo che non si tratta della pubblicità dell'ultimo videogioco lanciato sul mercato americano, nè del trailer del prossimo film di Hollywood in cui i Buoni devono sconfiggere i Cattivi per evitare che la Terra venga distrutta.
Nessun film o videogioco, è un vero e proprio spot della U.S. Air Force.

In passato lo avevano già fatto l'esercito e la marina, video con immagini potenti ed efficaci, che presentano i militari esattamente come gli eroi che siamo abituati a vedere sul grande schermo. Difficile distinguerli dai veri attori dunque, tanto quanto è difficile distinguere questi spots dai trailers delle produzioni hollywoodiane.

Sul sito di Internazionale troviamo il riferimento all'articolo scritto da David Sirota su Truthdig in merito al video dell'areonautica militare americana che ho cercato di descrivere.

mercoledì 2 settembre 2009

Prove tecniche di trasmissione

L'idea di tenere un blog mi ha sempre affascinato.

L’idea di avere uno spazio all’interno del quale poter scrivere liberamente di tutto quello che mi interessa, mi incuriosisce, mi indigna, mi capita sotto agli occhi, di quello che leggo e delle mie esperienze. Mi ha sempre affascinato il pensiero di potermi confrontare con altri punti di vista, di trovare nuove prospettive.

Non sapevo se avrei avuto la costanza per curare il mio piccolo spazio, se avrei trovato argomenti interessanti di cui parlare o abbastanza cose di cui scrivere.

E, in realtà, non lo so nemmeno adesso!

Ma, eterna indecisa, ho colto un’occasione "accademica" per convincermi a iniziare questa avventura, per scontrarmi con la tecnologia e mettermi un pochino alla prova.

Perché in fondo, anche se io e il computer siamo spesso state due rette parallele, qualche punto di incontro stiamo iniziando a trovarlo.

Prove tecniche di trasmissione, dunque.