giovedì 21 gennaio 2010

Operazione "Piombo Fuso", il film documentario

Qualche giorno fa sono stata alla presentazione del film "Piombo Fuso", di Stefano Savona.
Come molti ricorderanno, Operazione "Piombo Fuso" fu il nome dato dalle forze armate israeliane all'attacco alla Striscia di Gaza che iniziò il 27 dicembre 2008 e si concluse il 6 gennaio 2009, con l'intento di colpire duramente l'amministrazione di Hamas e generare una situazione di maggiore sicurezza nella Striscia.
I bombardamenti cessarono grazie a una risoluzione dell'ONU e, in seguito, alla Conferenza di Pace di Sharm El Sheikh, ma l'operazione militare provocò circa 1203 vittime palestinesi, tra le quali 410 bambini, e 13 morti israeliani.

Stefano Savona è un regista indipendente di film documentari ed è stato uno dei pochissimi operatori a riuscire a entrare nella Striscia di Gaza durante gli ultimi giorni dell'Operazione "Piombo Fuso". Ha così potuto documentare attraverso le immagini la vita quotidiana a Gaza, la distruzione degli edifici e la morte dei civili, il bombardamento di obiettivi tutt'altro che militari (come un campo da calcio) e l'ipocrisia delle dichiarazioni rilasciate dai politici israeliani.

Nel film i dialoghi sono quasi inesistenti, non c'è una voce fuori campo nè alcun tipo di musica di sottofondo, fatta eccezione per il rumore dello scoppio delle bombe e il sibilo continuo provocato dai droni che sorvolano la Striscia.
E' la potenza delle immagini a travolgerci, a farci tenere gli occhi sbarrati per un'ora e mezza; le parole sarebbero superflue e inadeguate.
Le immagini, i volti, i panorami di case distrutte rimangono impressi nella nostra mente.


Con questo film documentario, già vincitore del premio speciale della giuria al Festival del film di Locarno e di numerosi altri riconoscimenti, Stefano Savona ci ricorda la violenza e l'ingiustizia che hanno caratterizzato l'Operazione "Piombo Fuso" che, a solo un anno di distanza, rischia già di essere dimenticata.

Come sosteneva Roland Barthes, "la veggenza del Fotografo (o in questo caso del regista) non consiste tanto nel vedere, quanto piuttosto nel trovarsi là."

3 commenti:

  1. In questi casi ogni parola sarebbe superflua ed è quindi giusto lasciare parlare le immagini. A me basta vedere i volti dei bimbi nella foto per provare una grande rabbia per questa enorme ingiustizia che si è consumata sotto gli occhi di un mondo che non ha saputo (o forse voluto) evitare questa tragedia.

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  2. Non ho visto il film, dovrò procurarmelo perché sembra proprio molto interessante.

    Non voglio dire nulla su Piombo Fuso perché oggi sono in uno di quei giorni in cui mi sembra di essere diventato di pietra dentro, a forza di assistere impotente a orrori come questo.

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  3. Quello che anche a me spaventa di più è proprio l'idea di potermi abituare a tutte queste violenze e ingiustizie. E un giorno, non riuscire nemmeno più ad arrabbiarmi...

    Credo che film come questo ci aiutino a scuoterci, a ridare alle cose il peso che davvero hanno o dovrebbero avere. E a farci indignare.

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