giovedì 11 febbraio 2010

Film della settimana: "L'uomo che verrà"


"L'uomo che verrà", secondo lungometraggio del regista bolognese Giorgio Diritti, racconta i giorni della strage di Marzabotto attraverso gli occhi di una bambina di otto anni, figlia di contadini.

Il 29 settembre 1944 nella zona di Monte Sole, che si trova a una trentina di chilometri a sud di Bologna, le SS scatenarono una rappresaglia senza precedenti, che proseguì nei giorni successivi e mise a ferro e fuoco il territorio. La volontà era quella di annientare i partigiani della Brigata Stella Rossa, che con azioni di guerriglia avevano creato grossi problemi a tedeschi e fascisti.
Ma delle circa 770 persone massacrate, soprattutto nelle giornate del 29 e 30 settembre, la maggior parte furono donne, bambini e anziani, barbaramente trucidati nelle chiese, nei cimiteri, nei casolari.
Questo eccidio rimase nelle storia come "la strage di Marzabotto", dal nome del comune a cui appartiene la maggior parte del territorio.

Così come era accaduto ne "Il vento fa il suo giro", l'opera prima di Giorgio Diritti divenuta un "caso" cinematografico, anche in questo film il regista si serve del dialetto locale per raccontare una comunità e i suoi riti, lo scorrere quotidiano e ordinario della vita e l'arrivo della guerra.
Attraverso gli occhi di Martina vediamo il succedersi delle stagioni, il paesaggio che cambia dalla neve ai colori della primavera, ma allo stesso tempo vi è l'intensificarsi della guerra, le azioni dei partigiani e le rappresaglie dei nazisti.
Fino ad un epilogo tragicamente conosciuto.

E' difficile per me giudicare oggettivamente questo film. Da bolognese, sono sempre stata particolarmente legata alla memoria della strage di Marzabotto, ai luoghi nei quali il film è stato girato, e in particolare a Monte Sole.
Ho sempre amato questo territorio, per la sua natura incontaminata e il suo silenzio; ma proprio questo territorio meraviglioso è stato testimone di una delle pagine più buie della storia.
Ogni 25 aprile è a Monte Sole che vado per ricordare.

"L'uomo che verrà" racconta con verità ed emozione la nostra storia. Il realismo delle immagini di guerra e morte, brutale ma mai ostentato, si mescola alle inquadrature che valorizzano il paesaggio e alla narrazione della quotidianità della vita contadina.

Se "Il vento fa il suo giro" era stata una meravigliosa scoperta, con questo secondo film confermo per il regista la mia ammirazione incondizionata.

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