giovedì 31 dicembre 2009

Una delle cose che adoro fare è scrivere liste ed elenchi, quindi quale giornata migliore per enumerare tutti i buoni propositi per l'anno nuovo?

Molti sono gli stessi da almeno un lustro, ma tant'è. La determinazione non è esattamente una delle mie virtù!



Andare a New York, e in Portogallo, e in India. Tornare in Africa. Viaggiare moltissimo. Andare a vivere a Berlino e poi a Parigi. Finire tutti i libri che ho cominciato e poi abbandonato. Leggere di più. Leggere "Guerra e Pace". Andare a correre. Andare in piscina. Volermi bene. Imparare a vivere con più leggerezza. Essere meno testarda ma più determinata. Iscrivermi a un corso di danza afro. Meno viaggi mentali e più concretezza. Meno parole e più concretezza. Lasciarsi andare. Andare più spesso al cinema. Scoprire i vecchi film in bianco e nero. Credere in me stessa. Crederci e resistere. Aprire un chiosco sulla spiaggia a Formentera. Provarci sempre, arrendersi mai! Avere più pazienza. Coltivare i sogni. Avere una casa colorata e accogliente. Pedalare per il centro di Bologna con il sorriso sulle labbra, senza inveire contro i Suv e senza pensare allo smog. Smetterla di sognare di sgonfiare le gomme dei Suv, oppure farlo sul serio. Rileggere i romanzi di avventura che da bambina mi facevano sognare ad occhi aperti, perchè credo che ora avrebbero lo stesso effetto. 
Realizzare almeno qualcuno dei buoni propositi elencati sopra.



Buon anno ragazze e ragazzi, buon anno.

giovedì 24 dicembre 2009

Dal sito di Internazionale.

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Le regole: feste di Natale


1. Se non ci sono almeno venti parenti, non è un cenone della vigilia. 2. Se dura meno di cinque ore, non può essere definito pranzo di Natale. 3. La messa di mezzanotte è una leggenda metropolitana: nessuno ci è mai stato davvero. 4. Quella renna in plexigrass ricevuta da tua zia è un regalo da riciclare: basta capire se devi buttarla nel vetro o nella plastica. 5. Solo chi è ingrassato cinque chili può essere certo di aver passato delle buone vacanze.

mercoledì 23 dicembre 2009

Natale e dintorni



Per me il Natale ha l’odore della colla Vinavil che usavo alle scuole elementari per creare i regali per i miei genitori, e il profumo dell’abete appena comprato ancora da addobbare.

Ha la magia del presepe animato della Chiesa di San Francesco che ogni anno, quando ero bambina, il nonno mi portava a vedere ed io rimanevo a osservare a lungo, finché nella rappresentazione la notte si trasformava in giorno e il giorno di nuovo in notte. Ha la dolcezza della mia mano stretta in quella del nonno mentre attraversavamo il centro di Bologna con l’autobus.

Il mio Natale è la tovaglia rossa con le coccinelle nere stesa dalla nonna per il pranzo del 25 dicembre, il sapore del suo mascarpone, la soddisfazione che provavo quando riuscivo a scovare un pezzo di cioccolata più grande degli altri.

E’ la felicità di trovare, ogni anno, il solito e tanto atteso pacchetto rettangolare che conteneva l’ultimo cartone animato da guardare tutti insieme il pomeriggio di Natale e la sorpresa di vederne tanti altri misteriosi.

Sono le prime luminarie per le strade, gli alberi con le lucine in piazza Aldrovandi, le palle di vetro comprate in Austria d’estate e regalate tutti gli anni alla nonna.

Sono i biscotti e il bicchierino di grappa che i miei genitori lasciavano sul tavolo del soggiorno per Babbo Natale e che al mattino erano scomparsi perchè, si sa, quando lui arriva insieme alle renne sono tutti infreddoliti e affamati.

E’ l’eccitazione della sveglia presto per scartare i regali e il rumore delle carte strappate, è la colorata confusione del nostro soggiorno e l’attesa della neve che potrebbe rendere tutto ancora più speciale.

Qualche giorno fa, mentre pedalavo in via Santo Stefano, mi sono improvvisamente resa conto di che cosa significhi per me il Natale. Quella festa che in questi ultimi anni ho detestato sempre di più per la confusione in centro, le file di macchine per strada, la corsa agli acquisti, lo sgomitare nei negozi, la gente nervosa e frenetica, le luci accese sempre prima.

Per me il Natale, quello che amo, è quello della mia infanzia. Il ricordo dei suoi profumi e le sue immagini mi riportano indietro nel tempo, sono scolpiti nella mia memoria, vividi come se appartenessero a ieri.

Spero che nessuna di queste sensazioni mi abbandoni mai, che possano rimanere così forti, che l’odore di un barattolo di Vinavil mi riporti immediatamente indietro negli anni.

lunedì 21 dicembre 2009

Anche senza dare credito alla "teoria del complotto", non sarebbe stata necessaria una particolare conoscenza della politica italiana per prevedere che l'aggressione a Silvio Berlusconi gli avrebbe effettivamente procurato maggiori consensi.

Un articolo dal sito di Internazionale.

Mentre la maggior parte della stampa italiana continua a fingere di non accorgersene.


Dopo l’attentato la popolarità di Berlusconi cresce di sette punti

Il quotidiano spagnolo El País racconta come l’attentato subìto stia facendo conquistare consensesi a Silvio Berlusconi, che negli ultimi tempi aveva perso popolarità a causa degli scandali sessuali e delle rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza.

“‘Andrò avanti per il bene del paese’, ha detto Silvio Berlusconi in un messaggio ai sostenitori del suo partito, riuniti a Verona in una manifestazione di solidarietà verso il presidente del consiglio. L’attacco selvaggio di Massimo Tartaglia, che una settimana fa ha lanciato un souvenir di alabastro contro il premier, ha prodotto un vantaggio politico per Berlusconi. Un recente sondaggio del Corriere della Sera ha mostrato che la sua popolarità è cresciuta di sette punti in pochi giorni”.

Il Guardian denuncia, invece, l’operazione White Christmas contro gli immigrati irregolari, lanciata dall’amministrazione comunale di un paese del nord Italia. “Mentre ai piedi delle Alpi cadeva la prima neve, il centro di Coccaglio presentava una scena idilliaca. Di fronte alla basilica del settecento si staglia un magnifico albero di Natale, alto quasi quanto la torre romanica che svetta dalla parte opposta. Ma gli ottomila abitanti di Coccaglio, che si trova a metà strada tra Milano e Venezia, vivranno in modo speciale l’attesa per la più sacra delle feste della cristianità. La giunta comunale, guidata dalla Lega Nord, ha ordinato ai vigili urbani di andare casa per casa in cerca di immigrati illegali. L’operazione White Christmas dovrebbe concludersi il 25 dicembre. La campagna ha suscitato le proteste del Vaticano che l’ha definita ‘triste e angosciante’, ma d’altra parte ha ricevuto il pieno sostegno del governo Berlusconi”.

martedì 15 dicembre 2009

Ah, le Monde!

In merito all'aggressione di Silvio Berlusconi, Philippe Ridet, corrispondente di "Le Monde" da Roma, già ieri sera ha dichiarato quello che nessun giornale italiano ha ancora neppure accennato.
Cioè che l'aggressione stessa rinforzerà ancora di più la popolarità del premier.

E non credo sia sintomo di mancanza di sensibilità o di buon gusto affermarlo.

lunedì 14 dicembre 2009

Sono tornata da Lione da qualche giorno, mi sono lasciata travolgere dalla città e la Fête des Lumières è stata meravigliosa, non faceva neppure freddo.
Avevo pensato di scrivere di questo, ma...

Credo che non ci sia nessuno in Italia e oltre che non sappia quello che è successo ieri sera a Milano. Silvio Berlusconi, mentre saluta la folla e firma autografi dopo il suo discorso in piazza Duomo, viene colpito al volto con una statuetta-souvenir del Duomo medesimo. Il viso sanguinante è immortalato da decine di macchine fotografiche e telecamere, poi il presidente del Consiglio viene trasportato all'ospedale.
Dopo poche ore i siti internet dei principali quotidiani riportano la notizia che a colpirlo è stato un uomo di 42 anni con problemi psichici, in cura da 10 anni.
Questa mattina leggo che il gesto ha provocato al premier la frattura del setto nasale e di due denti.

Bene. Cioè, non troppo, ma proseguiamo.

Colpire il presidente del Consiglio, ma così come qualsiasi politico, qualsiasi persona, con l'intenzione e la consapevolezza di ferirla è sbagliato.
In una democrazia degna di tale nome, tutti dovrebbero avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni senza temere per la propria incolumità.
Allo stesso modo, tutti dovrebbero essere liberi di dissentire, di manifestare il proprio disaccordo, la propria delusione e indignazione.
Certo, non lanciando monumenti in versione mignon, o scarpe, o treppiedi, o uova. Ma la libertà di dissenso in una democrazia è fondamentale. Perchè, teoricamente, è ciò che la fa crescere, progredire, avanzare. Se questa libertà manca, si parla di dittatura.

Bene.

Quello che mi ha irritato è stato leggere sui giornali articoli che avvicinano il "gesto della statuetta" alla contestazione che ha avuto luogo durante il comizio di Berlusconi, quando alcune persone presenti in piazza hanno interrotto il suo discorso.
Sono, queste, due prese di posizione così distanti da non poter essere neanche paragonate.
Le persone che erano in piazza hanno sì disturbato il premier, ma in modo pacifico, semplicemente gridando che non la pensano come lui, come il resto del pubblico della piazza. Hanno contestato in modo pacifico una strada politica che non condividono, hanno accusato il premier di scelte economiche che non ritengono vantaggiose e utili al nostro paese.
E basta. Sono state fatte allontanare dalla polizia, in modo che Berlusconi potesse concludere il suo discorso senza problemi.
Quello che è successo dopo è stata tutta un'altra cosa. E' stato un atto violento, che non va giustificato.
Ma, a mio parere, quello che Antonio Di Pietro e Rosy Bindi hanno affermato oggi è vero: il premier non è una vittima, è un provocatore e non è certo lui che mantiene il dialogo politico sereno, non è lui che abbassa i toni. Anzi.
Ogni suo discorso è un attacco verbalmente violento a giudici, giornalisti, politici, istituzioni, televisione, elettori "coglioni" del centro-sinistra...
Mi ricordo a fatica di altri politici che usino lo stesso numero di parole volgari di cui si serve lui durante la maggior parte degli interventi.
Perchè è lui quello con le palle, e dove lo trovano gli italiano un altro forte come il signor Silvio Berlusconi? Storia recentissima, mica illazioni di chi non lo appoggia.

Non dico che tutto questo giustifichi quello che è accaduto a Milano, ma dico che non si può associare il dissenso di molti italiani ad un atto violento e non si può, inoltre, usare quest'ultimo come pretesto per oscurare siti internet, controllare i social network. In una parola, per censurare.

Che Berlusconi sia stato vittima di un gesto da condannare è un dato di fatto.
Che ora però ci venga presentato come un martire in odore di santità è tutta un'altra cosa.

giovedì 3 dicembre 2009

Cose che mi mancano della Francia a 6 mesi dal ritorno


- Affacciarmi alla finestra della mia stanza e vedere il fiume,
- svegliarmi con il disco Jacques Brel nella stanza accanto,
- il mercato della frutta e della verdura sul lungofiume,
- il caffé take away (anzi, à emporter) della cafetteria dell'Università. Il caffè era orribile, ma finalmente potevo berlo dentro a quei bicchieri che fanno tanto film!
- il vento di Lione e il tempo che cambia ogni mezz'ora,
- il mercato degli artisti sotto casa. Se ogni tanto avrei potuto dimenticarmi di vivere in Francia, quello era la cosa che meglio riusciva a ricordarmelo!
- le stradine medievali della Vieux Lyon.

Tra qualche ora prendo un treno e torno a Lione per una settimana.
Torno a respirare un pò di aria francese e, sicuramente, a prendere un sacco di freddo!
Approfitto del fatto che in questi giorni, in quella che è stata la mia città per sei mesi, c'è la Fête des Lumières.
Sarò di ritorno mercoledì prossimo e vi racconterò come è stata la Festa!
Buona settimana a tutti!